giovedì 12 luglio 2012

Il Cornish Pasty e' un fagottino ripieno di carne, patate, cipolle, formaggio ecc. E' il piatto tipico della Cornovaglia. Si tiene agevolmente con le mani, tenendolo per la spessa crosta, che ne occupa la parte superiore.

La Cornovaglia e' la parte sud occidentale dell'Inghilterra. Bellissime vedute marine, per i turisti di oggi.  La risorsa economica principale e' stata per molto tempo l'estrazione del piombo, che e' andata declinando fino a scomparire negli anni Novanta. Oggi e' una delle regioni piu' povere.

Il Cornish Pasty era il pasto del minatore.  All'imboccatura delle miniere veniva spesso costruito un forno apposito.  Siccome le mani dei minatori erano sporche di arsenico, non potevano certo mettersi in bocca la parte contaminata, e da qui la spessa crosta del Cornish Pasty.

Terminata la pausa pasto, la crosta veniva gettata nelle miniera, per placare i folletti e gli elfi che vi vivevano dentro. Il mestiere del minatore e' duro. Specie se lavori con l'arsenico.

Io amo questa storia: e' un affascinante sovrapposizione di modernita' e arcaismo, di quelle che fanno pensare. La Cornovaglia e' infatti oggi ossessionata da una propria identita' nazionale. C'e' una riscoperta, o una invenzione, della lingua - gli studiosi non riescono a mettersi d'accordo sulla data della scomparsa della lingua locale. C'e' chi sostiene che l'ultima parlante sia morta alla fine del XVII secolo, c'e' chi dice che la lingua era ancora viva nel XX secolo, in Canada e Nuova Zelanda. Ci sono movimenti independentisti, in conflitto con Londra, che reclamano un legame con la nazione celtica, e abbiamo quindi il curioso caso di un movimento indipendentista che cerca di avere buoni rapporti con l'Europa. 

Quando sono iniziati i trionfi della Lega, a sinistra e' stato tutto un chiedersi perche'. Una delle spiegazioni piu' idiote, ma ripetute lungamente fino a essere creduta da un numero spropositato di persone intelligenti, era la seguente. Il comunismo e' finito, e le masse hanno bisogno di una identita', di sentirsi parte di una collettivita'. Alle Feste dell'Unita' si sostiuivano quelle della Padania, ma l'odore delle salamelle era lo stesso. Dall'altra parte dell'Adriatico andava in frantumi la Yugoslavia, emergevano le identita' nazionali, e qualcosa del genere stava succedendo in Padania.

Cazzate autoconsolatorie. Rese ancora piu' insopportabili perche' parlavano non al cervello ma alla nostalgia delle Feste dell'Unita' (ma li si vedeva solo nell'angolo dibattiti) e delle vacanze in Yugoslavia.  Sono cazzate a cui ho creduto anche io, beninteso. C'era la parola magica, globalizzazione, che dava un colore di serieta' a questo ragionamento bislacco.

Volete sapere le origini della Lega? Della diffidenza lombarda per lo Stato centrale? Aprite Manzoni, "I Promessi Sposi", capitolo XV. Parla il capitano degli sbirri: "Siamo in ballo; bisogna ballare. Malannaggia la furia! Maledetto il mestiere!".  Siamo prima di Sciascia e il poliziotto e' gia' un terun. O almeno parla come tale. 

Andiamo alle origini del ragionamento bislacco de cuius. Ogni volta che ci penso, mi viene in mente il Sapientino: avete presente quel giocattolo per bimbi intelligenti, in cui se colleghi le due immagini giuste, senti una vocina che ti fa i complimenti? La griglia resta la medesima, cambiano solo i fogli che vi sovrapponi. Possono variare le immagini, ma la posizione resta quella, e se la azzecchi senti la vocina che dice "Bravo!".

E  mi chiedo,  chi puo' sentirsi gratificato nel fare questi bislacchi paragoni tra Italia e Yugoslavia? E la risposta e' facile: sono quelli a cui dispiace che l'identita' italiana (o yugoslava) ceda il passo a quella padana (o serba, croata ecc.). Io mi collocavo, e mi colloco, tra costoro. Ero uno storico, mi guadagnavo cioe' il pane, lavorando all'interno di una istituzione, l'Universita'. Lo scopo delle facolta' umanistiche e' formare degli insegnanti, cioe' gente che va a lavorare per creare una identita' nazionale. Per insegnare la lingua italiana, e non quella inglese, per esempio. La letteratura italiana -Manzoni- e non quella francese. 

Per questo l'insegnante, in qualsiasi grado di scuola, che dice di non credere alle identita' e' un personaggio ridicolo, e surreale come una poesia di Mario Marenco. Specie se, come e' il caso del mio affezionatissimo lettore, racconta di non averne del tutto, di identita'. Che lui si sente solo un cittadino del mondo, appartenente alla razza umana, e ha solo un lieve disgusto per il Partito Radicale, gli ebrei i sionisti e i froci militanti gay, non necessariamente in questo ordine. Che insomma, queste politiche identitarie in difesa di minoranza privilegiate (gay ed ebrei) hanno rotto davvero le scatole ai piccoli borghesi compagni come lui. In realta' lui con la costruzione delle identita' si cava da vivere, ma non lo sa; o rifiuta di saperlo. E' proprio come il pesciolino che non puo' capire la formula dell'acqua, perche' ci vive dentro. 

Ma si trova con altri come lui, che affettano lo stesso disprezzo per le masse bisognose di identita' e di simboli, che lui naturalmente irride, guardandole con disprezzo dall'alto verso il basso. Ah, come si sente intellettualmente superiore. E Sapientino gli fa di nuovo i complimenti. Devono essere soddisfazioni. 

Come ripeto, a queste cazzate ho creduto anche io. Ma non ho mai pensato che le identita' fossero mutualmente esclusive. Ogni essere umano e' una costellazione di identita', una serie di diverse risposte, non necessariamente in contraddizione, alla domanda: Chi sono io?   o anche: In quale epoca vivo io?  I minatori della Cornovaglia vivevano in un mondo moderno, ma popolato da folletti. Probabilmente i loro figli e nipoti di oggi sentono di avere una identita' celtica ed una inglese, accanto ad una europea. Non riesco a vedere alcun progresso se qualcuno chiede di cancellare questa pluralita' e sostituirci una astratta idea di cittadinanza universale.

5 commenti:

  1. Quando nel '93,in preda alla voglia di cambiare il mondo,mi lasciavo andare a disquisizioni politiche come aderente alla Lega dovevo giustificare spesso la faccenduola che la Padania non esiste,cosa che non ha mai creato nessunissimo problema,dato che se esistono i padani esiste pure la Padania,non averla mai definita prima non è una discriminante per l'esistenza,sarebbe come dire che fino a quando non è stato dato un nome all'Aids non è esistito,quindi in quanto solo un nome a tutt'oggi non esiste(certo ,mi risulta che per qualcuno è così,per qualcuno nessuna evidenza è reale,è tutto un complotto).
    Altra cosa è il significato dell'identità,della sua rivendicazion;,io sono Bergamasco,da sempre abitante in prov.di Milano,battezzato nel paesello dell'hinterland,ivi cresciuto,scuole,ragazzate,lavoro,ma, all'età di 22 anni,in una discussione con una signora durante le elezioni del Comune mi sono sentito dire che non potevo capire perche non ero del paese!ci sono nato,sono andato a scuola con i tuoi figli,cosa devo fare per essere del paese?Tagliarmi i polsi ed offrire il mio sangue al monumento dei caduti?
    Alla fine penso che il problema dell'identità non sia quella che si afferma,ma quella che si nega,io sono Padano,ci tengo,sono Italiano,ci tengo,sono Europeo,ci tengo,sono Occidentale,ci tengo,non rinnego nessuna delle mie identità,sono Cattolico,anche se non credo più,sono greco,perche appartengo a quella civiltà classica,sono Romano,sono anche Statunitense,perchè molto devo alla loro(seppur discutibile)influenza culturale,sono anche Ebreo,perchè molto di quello che sono lo devo a questo popolo,c'è chi non è niente di tutto ciò,non è niente.

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  2. "Probabilmente i loro figli e nipoti di oggi sentono di avere una identita' celtica ed una inglese, accanto ad una europea. Non riesco a vedere alcun progresso se qualcuno chiede di cancellare questa pluralita' e sostituirci una astratta idea di cittadinanza universale."

    Parole sante!

    La storia di tanti troppi "padani" come me, che si trovano ad essere strattonati. Perchè si è, alla fine, a metà di un guado. Un guado che dura da prima del risorgimento.
    Un guado che dura da sempre, perchè alla fine, le identità si costruiscono, ma non sono (credo) mai definitive, e spesso si sovrappongono, e sembrano contradditorie tra loro.
    E invece magari basterebbe essere un po' più rilassati e guardare un po' di più al futuro, progettandolo.
    Accettare la mancanza di perfezione del mondo, o di se stessi, e buttarli in mare i modelli di perfezione.

    Oh cazzo, sto parlando come uno sciroccato new age. No, non lo sarò mai! Piuttosto divento marxista ortodosso.

    Va bene, niente, bellissimo post, mi ci sono molto ritrovato.

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  3. discorso troppo sensato. di conseguenza il sinistro italiota non la capirà MAI. ma io ho scoperto una cosa dei sinistri, che procedono solo per sottrazzioni: per loro uno non può essere ad esempio, italiano e sentirsi un po' leghista come Magiupa. per loro deve essere SOLO italiano.

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    1. ma io non mi sento un po' leghista,semmai mi sento Padano,il sentimento di appartenenza ad una terra non può essere esclusiva di un partito,sono stato leghista,per un po',ma la Padania è un idea che la lega ha sfruttato,facendone ampia retorica, ma era presente da decenni,non hanno inventato niente,e potranno morire silenziosamente,senza che l'idea dell'identità padana si dissolva.
      E' certo che le identità si sommano,non è possibile essere una cosa sola,scegliere di non essere,è indice di una presunzione aberrante,io non sono.....non suona un po' desolante?limitativo?io non ho abbastanza parole per quello che sono,ma non partirei certo da quello che dovrebbe essere l'elenco più breve,come puoi essere cittadino del mondo(Leonardo non si sente neppure troppo Italiano),ed escludere tutti gli altri? Sei l'unico?E noi che facciamo?Leviamo le tende?

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    2. mio caro, scusa per il leghista... i leonardi sono di quella razza di dementi che alla fine affermano: non esiste niente altro che io e dio...(tanto per andare nel soprannaturale...)
      non ragionano per inclusione, ma per esclusione.

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