Ci sono scrittori italiani, che descrivono meglio dei sociologi la realta' in cui si trovano a vivere; perche' hanno uno sguardo acuto e perche' sanno raccontare. La societa' romana dell'epoca fascista e' quella de Gli Indifferenti di Moravia. Il gran casino del Settantasette e' quello del Boccalone di Palandri. In Tecniche di seduzione, De Carlo ha saputo raccontare gli anni Ottanta. E cosi' via.
Adesso che la Lega sta cadendo a pezzi, io vorrei sapere se c'e' qualcuno che abbia saputo raccontare il leghismo, quel misto di tradizioni inventate, diffidenza, canaglieria e disperato bisogno di comunita'. Ve lo dice uno che da quelle parti e' cresciuto: lo Stato e' poco simpatico, lassu' in Insubria.
Nella cultura della Lega non c'entra la costola della sinistra, come invece diceva quel barcarolo che da decenni non ne azzecca una. C'entra, certo, quel benessere accumulato quando si costruivano piu' palestre che teatri, in una parte d'Italia in cui i sciuri si fermavano a bere il caffe' prima di proseguire verso la Svizzera, e portare i soldi. C'entra l'avversione sottoproletaria per il potere, qualunque esso sia, ma particolarmente quello con la divisa dei finanzieri (solo De Sfroos ha cantato l'epopea dei contrabbandieri di quelle parti) o dei poliziotti, come raccontato benissimo da Danilo Montaldi prima e dai suoi allievi poi. C'e' persino un po' di antifascismo, nel leghismo, perche' il MSI era anche monarchico, e i Savoia da quelle parti chi li ha mai visti. E certo, c'e' pure tutto il resto: razzismo, omofobia ecc. ecc. Ripeto che ci sono cresciuto, da quelle parti, che all'Aldo Busi gli darei il Nobel, per quel suo Suicidi dovuti, una fantastica descrizione del profondo Nord, che -appunto- nessun sociologo ha mai saputo raccontare.
Adesso cade tutto a pezzi, in una catartica riedizione di Tangentopoli versione padana. Sarebbe bello trovare qualcuno che racconti cosa sta succedendo. Ora che ci penso, non mi viene in mente nessuno scrittore che abbia raccontato il crollo degli anni Novanta. E' stata forse la piu' grande occasione perduta per gli scrittori italiani negli ultimi decenni.
Vediamo stavolta di presentarci all'appuntamento. Ehi, tu, vuoi fare lo scrittore? Esci di casa. Mettiti un fazzoletto verde al collo, vai al bar del paese e ascolta quel che si dice e quel che ti dicono.
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