Secondo il calendario ebraico, oggi e' Yom haShoah, il giorno del ricordo della tragedia europea (e dell'eroismo di chi, prevalentemente sionisti, cerco' di opporsi). In ogni Paese che conti una comunita' ebraica si organizzano cerimonie di ricordo. Come ogni serie di cerimonie pubbliche, queste vengono riassunte da un simbolo. Il quale simbolo poi lo si trova sui siti web, nelle pubblicazioni in ricordo, e spesso anche in forma di adesivo.
Questo e' simbolo, scelto quest'anno, dalle comunita' ebraiche inglesi.
La scritta dice semplicemente "Giorno del ricordo della Shoa e dell'Eroismo" piu' la indicazione dell'anno ebraico.
Quello inglese, personalmente, mi mette un po' a disagio, non apprezzo l'idea di vedere molti colori associati alla Shoah. Rende le cose troppo semplici, e non tutti trovano cosi' facile ricordare.
Il logo israeliano dice molto di piu'. Richiama l'attenzione sui numeri: dove c'era una famiglia e' rimasto solo un bambino, che adesso e' anziano. Il tempo passa, le ombre si allungano e non sappiamo cosa ci sara' nella notte.
C'e' una differenza a proposito dei due Paesi. In Israele il Giorno della Shoah e del Ricordo e' seguito dalla commemorazione dei caduti per lo Stato di Israele, e immediatamente dopo dal Giorno dell'Indipendenza. Tra Giorno della Shoa e Giorno dell'Indipendenza, ricorrenze istituite dallo Stato di Israele, passano otto giorni, sicche' e' sempre incluso uno Shabbat, come capita per tutte le festivita' religiose ebraiche che coprono diversi giorni. Il Giorno della Shoah e' quindi parte di una narrativa riconoscibile. Prima c'e' stata la tragedia, e poi c'e' stato il riscatto. Dalla Shoah abbiamo imparato che dobbiamo difenderci: ieri sera il primo ministro lo ha ripetuto chiaramente, citando il disperato discorso di Jabotinsky agli ebrei polacchi nel 1938, e ricordando come la tragedia incombente sia stata sottovalutata da sionisti pacifisti.
Si capisce poco, invece, che cosa voglia comunicare il simbolo in uso in Inghilterra. O almeno, io non lo capisco. Perche' il ricordare dovrebbe essere una scritta che va verso l'alto? Ricordare a quale scopo? Per fare i grilli parlanti in difesa di tutte le minoranze oppresse del mondo? Per fare dell'ebraismo uno strumento al servizio di altre cause, che per solito non hanno nulla a che fare con l'ebraismo? Come se per il fatto di essere ebrei ci venisse riconosciuta chissa' quale autorita' morale...
Ma queste sono solo le mie riflessioni, paragonando due simboli, due facce della stessa medaglia o magari, chissa', due mondi diversi. Sarei curioso di leggerne altre, se ne avete.
C'e' una differenza a proposito dei due Paesi. In Israele il Giorno della Shoah e del Ricordo e' seguito dalla commemorazione dei caduti per lo Stato di Israele, e immediatamente dopo dal Giorno dell'Indipendenza. Tra Giorno della Shoa e Giorno dell'Indipendenza, ricorrenze istituite dallo Stato di Israele, passano otto giorni, sicche' e' sempre incluso uno Shabbat, come capita per tutte le festivita' religiose ebraiche che coprono diversi giorni. Il Giorno della Shoah e' quindi parte di una narrativa riconoscibile. Prima c'e' stata la tragedia, e poi c'e' stato il riscatto. Dalla Shoah abbiamo imparato che dobbiamo difenderci: ieri sera il primo ministro lo ha ripetuto chiaramente, citando il disperato discorso di Jabotinsky agli ebrei polacchi nel 1938, e ricordando come la tragedia incombente sia stata sottovalutata da sionisti pacifisti.
Si capisce poco, invece, che cosa voglia comunicare il simbolo in uso in Inghilterra. O almeno, io non lo capisco. Perche' il ricordare dovrebbe essere una scritta che va verso l'alto? Ricordare a quale scopo? Per fare i grilli parlanti in difesa di tutte le minoranze oppresse del mondo? Per fare dell'ebraismo uno strumento al servizio di altre cause, che per solito non hanno nulla a che fare con l'ebraismo? Come se per il fatto di essere ebrei ci venisse riconosciuta chissa' quale autorita' morale...
Ma queste sono solo le mie riflessioni, paragonando due simboli, due facce della stessa medaglia o magari, chissa', due mondi diversi. Sarei curioso di leggerne altre, se ne avete.
Per inciso, la migliore raffigurazione possibile di quello che provo, pensando alla ricorrenza di oggi, sta in questa vignetta di Shai Chakra, un disegnatore che vive nello Shomron, in quelli che la stampa europea continua a chiamare Territori Occupati. E' una vignetta che ha qualche anno, ormai, e io invece vorrei parlare degli altri due simboli, piu' recenti.
Guarda, io non conosco granchè l'ebraismo,e ci sono probabilmente mille cose che mi sfuggono,ma mi sento di condividere il tuo disagio,al di là del colore,il disegno in sè sembra alla ricerca di una nota positiva che li ha portati ad un simbolismo da olimpiadi che secondo me non ci sta proprio,perchè non si ricorda un positivo incontro tra popoli e perchè sarò pessimista ma non si respira un aria di miglioramento.A me sembra che l'antisemitismo sia ancora lì strisciante tra le opinioni di un sacco di gente...che si illudano?
RispondiEliminaIl logo/manifesto israeliano, e in parte la vignetta, mi ricordano qualcosa che mi colpì molto durante un giro nel Marais di Parigi, qualche anno fa: tutti i negozi e ristoranti "ebraici" avevano in bella vista le foto degli avi - e le foto dei nipoti. Come a dire: non ci avete tolto la memoria, e non ci toglierete il futuro. La cosa mi aveva commosso.
RispondiEliminapersonalmente e senza pensarci troppo: l'immagine inglese non è che sia brutta, ma appunto potrebbe rappresentare qualsiasi cosa (o quasi), la foto israeliana è incredibile, emozionante, triste, pazzesca... e infatti me la sono scaricata, e indicata in un ng, la vignetta del "colono" ;-) è molto carina, ma nulla di più... questo imho :-)
RispondiEliminaSolo per dirti che condivido le tue valutazioni sui due simboli, quello israeliano mi ha fatto venire i brividi.
RispondiEliminal'immagine inglese con quella fiamma che si sprigiona dalle due figure non mi piace per niente, mentre trovo molto belle le altre due, l'immagine israeliana del superstite e delle "ombre", e la vignetta di qualche anno fa.
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