Leggo da un sito israeliano di sinistra, tra quelli che difendono il c.d. diritto al ritorno dei profughi palestinesi. E mi viene da SOMMARIZZARE.
1 - One must emphasize that the right of return [dei palestinesi] is not
only a question of the physical return of refugees to the country. It
is also, or perhaps even primarily, Israel’s (and Zionism’s) admission
of guilt in uprooting another people.
SIAMO COLPEVOLI! ABBIAMO PECCATO!
2 - As for the possibility of Israel continuing as an independent Jewish
State in which its citizens would feel safe after the implementation
of the right of return, my assumption is that the partial return of
the refugees would constitute the basis for real peace and
conciliation with the Palestinians.
MA PER LA VOSTRA GRANDE CLEMENZA E MISERICORDIA NON VERREMO PUNITI!
3 - It would further enable Israel to establish normal and peaceful
relations with its Arab neighbors.
E IL MONDO SARA' UN POSTO MIGLIORE!
QUESTO e' il genere di discorso che l'ebreo rivolge al Padreterno. Per
i compagni della sinistra israeliana, evidentemente, i palestinesi hanno sostituito
Dio.
Ma sono malati di mente questi qui?
RispondiEliminaNon credo che possano essere in malafede, visto che insomma, non è che perchè son buoni coi popoli arabi allora i popoli arabi & fratellanze musulmane varie si dimenticheranno che sono ebrei. Non possono credere una boiata simile.
E quindi di nuovo: ma ce l'hanno un minimo contatto con la realtà? O sono semplicemente dei vigliacchi sempre pronti a divenire ciechi e servili pur di non affrontare i problemi (tipo il problema di essere odiati per nascita e a prescindere da ciò che si fa)?
Tu che hai vissuto in Israele in che modo inquadri questi tizi, aldilà delle mie ipotesi da ignorante in materia che possono essere sbagliatissime?
Prendi un punkabbestia, o qualcuno con qualche lettura in piu'. Facciamo uno dei fondatori del Leonkavallo. Circondalo di giornalisti stranieri che lo considerano voce rappresentativa dell'Italia.
RispondiEliminaPagagli viaggi in giro per il mondo e sooggiorni in alberghi di lusso e conferenze nelle Universita' americane, dove una folla di gente che in Italia ci e' venuta solo come turista, li coprira' di elogi e porra' loro pensosi e preoccupati interrogativi sul futuro dell'Italia.
Aggiungi che i media del mondo intero, da Fabio Fazio al New York Times, continueranno a considerarli la voce dell'Italia migliore, di quella che non si arrende (non si capisce a cosa, ma fa effetto dirlo), e berranno le sue parole come la voce della coscienza dell'Italia, che parla direttamente dalla parte piu' nobile della Resistenza e del Risorgimento.
Che il nostro leonkavallino non ha fatto e manco sa cosa siano.
Se e quando si presenta alle elezioni rimedia il voto di due previlegiati, uno scalzacane, e qualcuno perennemente incazzato. Ma tutti dall'estero (tutti quelli che incontra lui, voglio dire) gli ripetono che lui e' la parte migliore dell'Italia, che la sua e' una voce nobile, e che l'Italia e' spacciata e finita se non da' retta a lui. E' ovvio che lui ci crede.
Metti che gli danno anche dei soldi per il Leonkavallo.