Inauguro qui una serie di post che serviranno a rendere comprensibile alle masse l'affascinante pensiero del faro intellettuale dell'ebraismo italiano. Iniziamo dal suo importante contributo a Moked di oggi.
"Cresce la domanda e l’offerta di sapere nel mondo ebraico. E’ un buon segno. A me sembra che siano da adottare diversi angoli prospettici. [= Tra un poco inizia Limmud e sto cercando le scuse per non andarci]. Da una parte sta una dimensione del sapere o del fare, e dunque delle regole, dall’altra una “del vivere” dove conta ciò che gli ebrei hanno fatto nella storia concreta. [= In effetti e' meglio restarsene in Italia e prepararsi alla campagna elettorale, que viva Bersani]. Ovvero ciò che sono stati nello “scorrere del tempo”. [= Tutto cio' che di buono gli ebrei lo potevano fare, e' gia' stato fatto, e nel 1948, anzi nel 1977 la storia e' finita] In questo secondo caso ciò che occorre mettere a tema è l’esperienza vissuta [= Consideriamo, come dice Marx, non l'ebreo dello Shabbat, ma lo strozzino che dal ghetto di Francoforte controlla l'economia mondiale] che non è solo, né spesso prevalentemente, traduzione pratica di regole, ma, appunto, “storia dell’agire nel tempo” [= Ogni volta che gli ebrei hanno fatto qualcosa di buono e' stato contro quello stupido ammasso di vetuste regole religiose che va sotto il nome di ebraismo anteBidussa]. Il che significa che accanto alla dimensione ideale o culturale noi dobbiamo essere in grado di porre l’ebreo reale. [= Quindi, dicesi "ebreo reale" solo colui che milita a sinistra in Israele o preferibilmente anche in Italia"] Più precisamente un ebreo nella storia. Da questo punto di vista Yosef Hayim Yerushalmi avrebbe molto da dirci. [Sto preparando la prefazione a un altro libro, una ideale strenna natalizia per i vostri amici non ebrei che stanno nella storia e da cui dobbiamo imparare. Altro che Limmud.]"
Vedo con piacere che c'è almeno UNA persona su cui ci troviamo totalmente, completamente, assolutamente, integralmente d'accordo.
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