mercoledì 21 marzo 2012

Anche nel 1980, durante i primi giorni successivi all'attentato di Rue Copernic si penso' ad estremisti di destra. E la verita' venne fuori poco alla volta, mentre gli antifascisti in servizio permanente effettivo tenevano ancora la guardia alta nella direzione sbagliata. Il Primo Ministro se ne era uscito con una condanna dell'attentato "contro ebrei E francesi innocenti" (come se gli ebrei non fossero francesi, e nemmeno innocenti).
In questo momento la polizia sta stringendo d'assedio una palazzina di Tolosa, all'interno della quale vive quello che viene reputato il colpevole dell'attentato di due giorni fa. E' un militante di Al Qaeda, che con l'estremismo di destra non c'entra nulla.
Brutta notizia, quindi: Al Qaeda e' arrivata in Francia. 

Pero', se avete voglia di umorismo, potete leggere (affrettatevi, prima che i siti cessino di essere consultabili) gli sproloqui sul neonazismo che si stava riorganizzando, sull'unica grande regia che collegava il pazzo norvegese, con questo qua francese, che certamente era un para' nazista, ed ovviamente [dopo qualche passaggio] con il governo di destra israeliano, che vuol fare la guerra all'Iran. 

Se veramente volete ridere c'e' l'articolo di Barbara Spinelli su Repubblica, che riesce a incolpare del massacro di Tolosa persino "lo Stato-nazione", ed e' chiarissimo quale sia la nazione con cui lei se la prende piu' spesso. Inizia con la I, non e' l'Italia, anche se, come in Italia, c'e' una maggioranza di cittadini che ha una data religione. Ne' l'Irlanda, anche se, come in Irlanda, nello Stato in questione c'e' chi vorrebbe annettere dei territori ecc. ecc. Per i cultori del  nonsense c'e' la vignetta di Vauro, con la ciminiera di Auschwitz: pensando ai legami tra nazionalismo palestinese e nazisti, prima e dopo la guerra, qualcosa di vero in effetti c'e'. Ma il compagno Vauro scommetto che mica ci aveva pensato. Di qui l'effetto comico. 

E dovrebbe ancora essere reperibile l'intervista al fratello di Stefano Tache', ucciso da un commando palestinese sulle scale della sinagoga di Roma, al culmine di una camopagna di odio contro lo Stato degli ebrei, campagna guidata dai sindacati e dalla stampa sedicente di sinistra. Una intervista in cui la giornalista cerca di strappare l'elogio della convivenza tra arabi ed ebrei (vulgo: la fine di Israele) e si prende una risata meritatissima: "dovrebbe saperlo lei, signora, come si prepara l'atmosfera precedente agli attentati".

Intanto, nello spazio commenti dei maggiori quotidiani, lamenta che si parla troppo dei bambini ebrei mentre il silenzio scende sulle morti dei bambini di Gaza.  L'assassino, dicono, voleva vendicare appunto "i bambini di Gaza". Non c'era, quindi, tutto questo silenzio. 

Se Al Qaeda e' arrivata in Francia, in Italia ha gia' dei simpatizzanti. Che sono antifascisti, eh, quindi non possono essere antisemiti. 

UPDATE -  Il 10 marzo una funzionaria delle Nazioni Unite tweettava una immagine (poi rivelatasi falsa) di atrocita' commesse dall'esercito israeliano sui bambini di Gaza. L'immagine e' ancora adesso una delle piu' diffuse in rete. La smentita della funzionaria ha avuto scarsa circolazione. Una settimana dopo, il massacro a Tolosa. Per "vendicare i bambini di Gaza", dice l'attentatore.
In caso vi chiedeste a cosa serve, oggi, l'ONU.

martedì 20 marzo 2012

confessioni di un Fossatiano

A tredici anni rompevo le scatole alla prof di musica perche' ci insegnasse il passaggio di flauto di E' l'aurora. Quando facevo il deejay mi chiamavano 700 giorni per via della mia passione per l'omonimo disco. Ho poi speso un botto di soldi per vedere il suo concerto al Piccolo di Milano, all'epoca di La Pianta del Te.
Ho pubblicato per Mondadori un racconto ispirato a Panama e dintorni, ho tradotto Lusitania in ebraico, ho levato il saluto a chi non apprezzava l'Introduzione di Ventilazione.
Ma mi spiegate perche' cavolo "La mia banda suona il rock"  sarebbe una canzone-bandiera di un'epoca? Bandiera de che?
Vabbe', ciao Ivano, e buona pensione. Ricordati di scrivere, ogni tanto.    

lunedì 19 marzo 2012

Il candido Leonardo e i suoi lettori

Se oggi vi dico antisemitismo e scuole vi verra' probabilmente in mente l'orrenda strage di Tolosa. Un tizio esperto di armi che spara ai bambini in una scuola, inseguendoli persino nei corridoi ed uccidendo anche il rabbino. Quattro morti. Per ora.
 Possa l'Onnipotente vendicare il loro sangue.


L'ultimo attentato antisemita di questa gravita', in Francia, e' stata la bomba alla sinagoga di Rue Copernic, a Parigi, nel 1980. Che e' tuttora impunito: l'unico colpevole che si e' riusciti ad individuare e' un sedicente intellettuale palestinese. Sapete, gli intellettuali palestinesi hanno questa abitudine di giocare con gli esplosivi, al contrario dei loro colleghi non palestinesi, che di solito scrivono libri. Il criminale e' in attesa di estradizione, e il verdetto tarda ad arrivare. Lui sta intellettualizzando in Canada. 

Ma la vita degli ebrei francesi non e' facile; vandali di varia denominazione prendono di mira periodicamente le sinagoghe e i centri culturali, ed esiste persino un Partito Antisemita. No, non e' il nazionalista Fronte Nazionale, questo ha una declinazione terzomondista. Penso che quasi tutti ci ricordiamo il massacro di Ilan Halimi, un giovane tenuto sotto sequestro e torturato fino alla morte da un gruppo di islamisti nel 2006. 

Questo e' quel che accade nella vita pubblica, ed eclatante, che viene cioe' allo scoperto. Quel che si incontra nella vita quotidiana non e' proprio incoraggiante. Dalle battute razziste alle discriminazioni sul lavoro, fino a intellettuali che esaltano Paolo e la sua ribellione contro il sionismo farisaico. Non ci sono colleghi ebrei, in quella Universita', chissa' come mai.

Insomma, non e' un caso se in Francia, piu' di un ebreo su quattro sta pensado ad emigrare in Israele. E dove, se no?

Dove? Chiedo, eh. Che vorrei una opinione dal buon Leonardo Tondelli di Modena, che qualche giorno fa, ha deciso di usare le parole antisemitismo e scuola per dare evidenza a un suo pezzullo, al solito un po' noioso, dedicato agli sproposito dell'oscuro gruppo Gherush 92. Dando cosi' modo ai suoi commentatori  di straparlare di razzismo ebraico, di gruppi sionisti "bene ammanicati con le istituzioni" e porcherie simili. Lo so, lo so: e' il sito dell'Unita', mica c'e' da stupirsi. Beh, io mi stupisco lo stesso.  

Mi stupisco perche' il professor Leonardo Tondelli e' uno di quelli che -anche in questo blog- si diletta a gettare fango sul sionismo. No, fango no: sapete, serve l'acqua per il fango, e se gli ebrei continuano ad immigrare in Israele si prosciugheranno le fonti idriche - lo dice lui, eh. Tra le righe regala perle di propaganda sovietica, del genere che i sionisti non possono parlare a nome degli ebrei e che non e' vero che esiste un diritto ad uno Stato ebraico. Che prima quello Stato fara' a meno dell'ebraismo [pardon: delle commistioni tra religione e politica] meglio sara' per tutti; si risparmiera' anche acqua, sapete.

Pero' dove possano andare a vivere gli ebrei per non diventare oggetto di tiro al bersaglio di estremisti assortiti, Leonardo non lo sa. E nemmeno se lo chiede: di questo mi stupisco. Eppure insegna, il professor Tondelli. Chissa' se ha pensato, anche solo per pochi minuti, a come sarebbe la sua giornata se fuori dalla sua scuola stazionasse una macchina dei carabinieri. Se dovesse superare controlli di sicurezza ogni mattina. E se un giorno gli capitasse di comprendere, tragicamente, che anche quei controlli non sono bastati. Che le belve hanno colpito lo stesso.

Perche', vedete, il professor Tondelli sa benissimo che fuori dalle sinagoghe staziona la polizia. Anche nella sua citta', lui la vede la macchina della polizia fuori dalla porta della sinagoga. Della sinagoga: non delle chiese, non delle moschee. Anzi Leonardo si pregia di far sapere che davanti alla sinagoga lui ci andava a raccogliere firme contro lo Stato di Israele ooops: "per le iniziative sulla Palestina". Insomma, contro il diritto degli ebrei ad un rifugio. Che poi e' la stessa causa dell'intellettuale di cui sopra; lui pero' ha fatto carriera ed e' in Canada, quelli piu' sfigati sono rimasti a Modena.  Insomma, il Tondelli stazionava davanti alla sinagoga per queste ragioni di militanza e ci vedeva la pattuglia della polizia. Ma mica si chiedeva il perche'. Manco se lo chiede adesso, il professore. Pero' nota che la sinagoga ormai e' quasi vuota, vai a capire come mai, dove saranno andato tutti quegli ebrei. Avevamo gia' notato che per il Tondelli  e' davvero difficile mettersi nei panni degli ebrei. Lui ne ricorda per nome uno solo, e si preoccupa di far sapere che era un fascista.

Sapete, Leonardo va orgoglioso di avere molti lettori. Io, oggi, dopo aver letto quel che passa nella testa di un paio di loro, non ne sarei mica cosi' contento. Ma nel mondo di Leonardo Gherush e' un pericolo, l'antisemitismo no. Dopo tutto sono crepati solo dei bambini ebrei, mica figli suoi. E poi, questa storia delle scuole private: fossero andati in una scuola statale, mica sarebbe successo. Avrebbero magari imparato a convivere con i gente di cultura diversa.

Pero', ecco, probabilmente il professor Leonardo Tondelli sta meditando se intervenire oppure no. Perche' se l'assassino viene dall'estrema destra, allora si potra' parlare di antisemitismo e di nazisti. Se invece e' un fondamentalista islamico, oppure viene dall'estrema sinistra, bisognera' parlare di antisionismo oppure di combattenti. Capirete che sono distinzioni fondamentali, quando si ha a che fare con i cadaveri di bambini ebrei.

domenica 18 marzo 2012

perche' Haretz e' un quotidiano comico

Lev Tahor e' una setta hassidica estremista, gia' nota alle cronache per gli abusi sui bambini inflitti sistematicamente da uno dei membri. Li picchiava con i bastoni, li chiudeva dentro delle valigie e li costringeva a mangiare letteralmente merda, e a bere grappa. Bambiini di quattro anni. Ma anche i membri adulti si sottopongono a sedute di autopunizione da manuale sado-maso, e le donne hanno imparato a rendersi invisibili, parlare sempre a bassa voce e girare coperte con una specie di burka [come quelle della foto; si', sotto quel monte di stracci neri ci sono delle persone].

Per non dire delle sedute di isolamento, che possono durare anche settimane. Tutto perche' lo decide il loro guru, uno che combina matrimoni in cui la sposa ha meno di quattordici anni e che ha pensato bene di fuggire da Israele per trovare rifugio in Canada e continuare con il suo delirio, protetto dalla demenziale idea di multiculturalismo che vige lassu'.

Si', e' uno schifo. Ed e' uno schifo, ma e' anche ridicola, la apologia che Haaretz ha pubblicato, in forma di reportage piu' intervista al guru. Le violenze? Mai successo, e in ogni caso non si puo' provare. E' vero -dice lui- qualcuno di noi ci e' andato pesante, ma che ci posso fare io, che sono solo venuto a saperlo dai giornali, e sai, io i giornali non li leggo spesso. Le donne coperte da burka e rese invisibili? E' una loro libera scelta, sono persone di alta statura intellettuale, ci ha parlato il giornalista (mentre loro stavano di la' da una grata). Il guru? E' un personaggio di alta statura intellettuale, che crede di avere delle buone ragioni, e dopotutto non e' cosi' che funziona in tutte le religioni?

Assolutamente impagabile il momento in cui il giornalista spiega di non avere i mezzi intellettuali per sostenere una discussione con il guru; cretino, hai a che fare con un manipolatore, non te ne accorgi? Insomma, una apologia in piena regola, con tanto di elogio per lo stile di vita spartano e frugale, ammirazione perche' sono poveri ma si aiutano tutti, curiosando reciprocamente nelle case e riportando al guru le trasgressioni, punite subito senza processo. Trasgressioni, va da se', di una specie di codice che non e' mai stato messo per iscritto e su cui il cosiddetto giornalista nemmeno si dilunga.

Eppero' quelli di Lev Tahor sono antisionisti. Pregano per la fine dello Stato di Israele. E hanno persino instaurato rapporti con i gruppi islamisti radicali. Vuoi mettere il rigore morale.

[episodi di pedofilia e molestie sono capitati anche in ambiente sionista religioso. Le vittime non erano bambini, ma teen agers, ed e' decisamente una faccenda grave, anche perche' era coinvolto un personaggio di alto profilo. Ma siccome erano sionisti, Haaretz ci e' andato pesante. Se sei sionista, sei colpevole. Se sei antisionista sei sempre criminalizzato dal sistema. Deve essere quello che amano leggere i lettori del quotidiano ove scrivono Amira Hass e Gideon Levy]

martedì 6 marzo 2012

ci restano male

Jewish Quarterly e' una rivista (con sito web) che ambisce a dare spazio agli ebrei non-sionisti, o diasporisti, insomma i critici di Israele, o delle politiche di Israele, con l'aria perbene e il catalogo della biblioteca sempre a disposizione.

Poi capita che in quella biblioteca ci si trovi il libro di Gilad Atzmon, e ci arriva con fior di presentazioni, loro guarda qui come si incazzano:

Atzmon [...] refrains from mentioning any other ethnic, religious or national minority identity as problematic. It seems that it is only Jews that destructively cling on to their identities.   [...]
Atzmon reserves his greatest contempt for secular, left-wing, anti-Zionist Jews.  To campaign for universal values while identifying as a Jew is contradictory at best and mendacious at worst. To campaign as a Jew for the Palestinians and against Zionism is to automatically invalidate one’s own argument.  Since Jewish identity is the cause of Palestinian oppression, it cannot contribute to Palestinian liberation. Only through the renunciation of Jewish identity can those who are born Jewish bring peace and justice to the world.
Atzmon argues that the politics of anti-Zionist Jews, neo-cons and every other kind of Jew are simply part of one interdependent Jewish political identity, engendered by what Atzmon calls the ‘holocaust religion’. [...] The holocaust religion, according to Atzmon, requires Jews to infiltrate all of society and politics. [...]  Ultimately, The Wandering Who? boils down to a number of hoary old anti-semitic tropes:
When Jews appear to be assimilating, they are really infiltrating and subverting.
When Jews identify themselves as Jews, they are primitive separatists.
Jews are obsessively concerned with attaining power and influence.
Jews are responsible for the hatred they attract.
The holocaust myth is simply a Jewish strategy to gain power through the world’s guilt. [...]
The book is endorsed by figures like Richard Falk, John Mearsheimer and Karl Sabbagh who, while strong critics of Israel and Zionism, should have heard alarm bells ringing when they saw the chapter entitled ‘Swindler’s List’. Ironically, it is precisely Atzmon’s Jewish background that gains him this platform, providing an alibi for his antisemitism.

In Yddish si dice, se non sbaglio, nebech. Poveretti. Speravano di rendere presentabile l'ebraismo all'interno del salotto buono. Negli anni Novanta incontravano curiosita' quando la loro appartenenza era un simpatico arcaismo, che in qualche modo li faceva sentire legati a Woody Allen o a Chagall. E sai che figo quando sul divano accanto a te siede uno che e' filogeneticamente legato a Chagall, proprio un interessante evento, ci devo tornare.

Adesso che in Europa i tempi si fanno, economicamente, piu' duri, quei sorrisi non ci sono piu'. L'ebreo che piace e' un altro, e' uno che vuole liberare il mondo dalla presenza erbaica, e' uno come Gilad Atzmon. Non sei piu' l'intellettuale cosmopolita, privo di legami con qualsiasi Patria, internazionalista per nascita, vittima per destino, sfigato per vocazione, e che ispira tanta poesia. Adesso ti percepiscono, come da costume europeo, quale strozzino che si vuole arricchire alle spalle dei nativi, sfruttando il senso di colpa degli europei e vessando i poveri mediorientali.   E loro, gli ebrei si' ma non troppo: colti, pacifisti e di sinistra, ci restano tanto tanto male.

Davvero non ce la fanno ad ammettere che tra Peace Now, eroici pacifisti israeliani che vanno fieri di quante abitazioni ebraiche riescono a distruggere nei Territori e Gilad Atzmon, che vorrebbe distruggere ogni traccia di presenza ebraica ovunquec'e' solo una differenza di gradazioni.

Se lo ammettessero, salterebbe quella identita' cosmopolita da salotto, che tanto lustro gli ha dato, quando c'erano in circolo piu' soldi, e in palio piu' prestigio.

giovedì 1 marzo 2012

Gli telefoneremo tra vent'anni.


"Cari amici, mi ha colpito come ultimamente alcuni artisti di pregio, come Leonard Cohen ed Elton John hanno reagito alle vili campagne di boicottaggio che colpiscono sovente Israele, e hanno portato con raggiante quiete il loro messaggio di musica e di pace al popolo ebraico nella sua Terra. L’armonia non solo della loro musica, ma della gioia, della gratitudine, dell’entusiasmo del pubblico parlava da sola: Israele è un Paese pieno di sogni, di amore, di desiderio di pace e vi mando questo messaggio per dirvi che io lo amo. Qui dopo l’incredibile persecuzione nazista del grande popolo che vi era nato, esso ha ritrovato la forza di costruire e di vivere pienamente l’arte, la scienza, la medicina, l’agricoltura e purtroppo ha dovuto farlo sempre in condizioni di guerra. Spero con tutte le mie forze che giunga anche il tempo della pace e della giustizia per quel Paese, e penso che tutti debbano cominciare ad aiutare dicendo con chiarezza: è tempo di smetterla di aggredirlo con bugie e mistificazioni che ce ne danno un’immagine completamente diversa dalla realtà! Auguri, Israele, io sono con te dalla parte della verità della storia e della vita." [Lucio Dalla, 7 ottobre 2010, in occasione della manifestazione "Per la Verita', per Israele", organizzata da Fiamma Nirenstein] 

Supponiamo che un parlamentare iraniano dichiari "L'Iran non ha diritto a vivere in sicurezza". Uhm... Che gli succederebbe, poi?
Per essere meno macabri: immaginiamo che un politico francese si lasci sfuggire, nel corso di una intervista: "Ecco, io penso che non abbiamo, noi francesi, alcun diritto a stare al sicuro. Ben vengano i missili su di noi". Sembra una cosa difficile da immaginare, vero?
Oppure, ecco, pensiamo a un deputato italiano interrompere l'intervistatore e dire: "Non ci siamo capiti, qui in Italia nessuno deve avere il diritto di vivere al sicuro". Questo poi, sarebbe improbabilissimo, direi.
Invece, in Israele... Qui. Per stomaci molto forti. La signora e' araba.