venerdì 29 giugno 2012

Una domanda a Leonardo Tondelli. E (forse) la sua risposta.

Domanda: Qualsiasi ebreo puo' immigrare in Israele e diventarne cittadino. Io e la mia famiglia, per esempio, siamo immigrati e diventati cittadini. Ritieni che  questo sia un torto ai danni dei nativi? 

Nonostante questa domanda gli sia stata posta svariate volte, per esempio qui, Leonardo non ha mai risposto. Altrove pero' scrive:

"la Legge del ritorno stabilisce il diritto per gli ebrei di tutto il mondo di andare là e prendersi un po' di terra. A spese di chi ebreo non è, evidentemente."
Che dite, la prendiamo come risposta? 

A proposito, trovo notevole questo passaggio in cui Leonardo discetta dei non ebrei che avrebbero fatto queste spese. Se noi fossimo al loro posto, ragiona Leonardo:
"Dovremmo avere pietà dei bambini, quando uno di quei bambini potrebbe crescere e diventare Sharon?"
Io credo che sia una domanda retorica e che la risposta sia no. Non si deve avee pieta' dei bambini israeliani. Perche' c'e' quella Legge del Ritorno, sapete e chi non e' ebreo ne fa le spese. 

Dunque, io sono un cittadino israeliano, e ho due meravigliosi bambini. Vedete un po' voi cosa sta augurando Leonardo ai miei figli. 

Lo so, io dovrei augurargli che gli si sfaccia la casa, e che i suoi figli abbiano schifo di lui. Ma trovo piu' divertente continuare a scavare nei suoi post, e raccontare cosa ci trovo, sotto le sue buone intenzioni, i sogni di pace ed i racconti autobiografici.

[ci vediamo tra un po', questo e' un weekend un filino impegnativo] 


giovedì 28 giugno 2012

Gli esordi di Gabriele De Rosa (con una nota su Leonardo Tondelli)

Non so se vi dica qualcosa il nome di Gabriele De Rosa. C'e' una certa possibilita' che, alle scuole superiori, vi sia capitato tra le mani il manuale di storia scritto da lui. Perche', sapete, Gabriele De Rosa e' stato un importante storico italiano. Ha vinto il primo concorso per la docenza di Storia contemporanea bandito nelle Universita' italiane, nel 1958. Ha insegnato nelle Universita' di Padova, Salerno (di cui è stato anche rettore) e anche in quella di Roma. Si è occupato di storia del movimento cattolico nell'età liberale, della figura di Luigi Sturzo e della religiosita' popolare. E' stato pure deputato e  senatore, della DC prima e del Partito Popolare Italiano. In quanto parlamentare, questo professore universitario e presidente dell'Istituto Sturzo, si e' occupato (toh, che caso) di contributi statali alle istituzioni culturali e della biblioteca del Senato.

Gabriele De Rosa era nato nel 1917. E vinse la cattedra di Storia Contemporanea nel 1958, che e' svariati decenni dopo. E' vero che la carriera universitaria ha i suoi tempi, e sono tempi lunghi, pero' viene da chiedersi cosa abbia fatto il De Rosa nella sua vita prima di diventare l'esimio ordinario. E cosi' si scopre, dal ricordo commosso di un antico amico ed allievo che, negli anni Quaranta, De Rosa aveva fatto parte di un gruppo di intellettuali cattolici e comunisti, raccolti intorno a Felice Balbo e Franco Rodano. E che, prima ancora, il De Rosa aveva combattuto, come tanti della sua generazione, ad El Alamein. Insomma, De Rosa non e' stato un antifascista. 

Ed era antisemita. E' infatti del 1939 un suo libretto intitolato La Rivincita di Ario in cui il futuro esimio prof. , autore del libro che vi siete trovati forse tra le mani, si scagliava in maniera violenta contro il sionismo, attingendo a piene mani dal repertorio antigiudaico ed antisemita, che in quegli anni andava per la maggiore. Non troverete questo particolare della biografia di De Rosa in alcun quotidiano italiano, ma la troverete sul sito dell'Osservatore Romano: nella cui redazione l'esimio era forse meno popolare, di quanto fosse nelle redazioni dei quotidiani italiani. Dove abbondano i laureati in storia contemporanea, che hanno discusso la tesi se non con il De Rosa, magari con qualche allievo ed amico. O amici di allievi. O allievi di amici. Sapete come va l'Universita' italiana.

E per questi trascorsi giovanili, per il suo ruolo di pennivendolo al servizio della campagna razzista, che preparava il terreno allo sterminio, il De Rosa non ha fatto un solo giorno di galera. Gli agiografi raccontano della sua crisi spirituale ad El Alamein. Per vostra informazione, quelle leggi razziali che dovevano sancire, appunto, la tanto caldeggiata Rivincita di Ario, sancirono il licenziamento di quasi trecento professori universitari ebrei, subito rimpiazzati da fascisti di provata fede razzista, come quella del De Rosa, che chissa' se ci ha mai pensato, a questo sbocco professionale, mentre lavorava alla Rivincita di Ario. Io non lo so, e non lo posso sapere. Ma voi capirete che la crisi spirituale dell'esimio, ad El Aalamein, nel 1942, deve essere stata serissima e profondissima. Si tratta del periodo in cui la predetta rivincita di Ario portava buona parte della popolazione ebraica dentro i forni crematori. A proposito, non risulta che Gabriele De Rosa abbia mai visitato il Memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme, Israele. Che per un professore universitario di storia contemporanea e' una faccenda ben strana.

Lo so che a questo punto vi state chiedendo cosa c'entra Leonardo Tondelli con questa faccenda. Lui magari manco aveva il manuale del De Rosa a scuola. Ecco, il fatto e' che Tondelli, mentre io gli facevo pacatamente notare che per un ebreo e' utile avere uno Stato di cui essere cittadino ha scritto una roba che fa un po' ridere, e cioe':

"Gli ebrei possono essere cittadini in tutti i Paesi civili."

Che ovviamente e' vero. A patto di accontentarsi di avere tra i colleghi gente come Gabriele De Rosa.  Quello della profonda crisi spirituale e che non ha fatto alcun giorno di galera. Vorrete mica punire un professore che caldeggia la Rivincita di Ario, vero?




mercoledì 27 giugno 2012

orgasmi

In memoria di Nora Ephron.




Va bene, va bene. Wikipedia informa che era una idea di Meg Ryan, la signora che vedete alla fine e' la madre di Rob Reiner. Ma questa scena e' comunque un fondamentale corso di educazione sessuale in meno tre minuti, e Nora Ephron le' colei che la ha inserita all'interno del film. Perche' la grandezza degli sceneggiatori, come di qualsiasi autore, non sta nell'avere idee geniali, ma nel saperle inquadrare, calibrare, dosare e portare avanti.

RIP, Nora.

martedì 26 giugno 2012

la faccia dell'imperialismo bianco

Premessa molto importante. Leonardo Tondelli non e' mai stato a Hebron. Lo spiega qui:
 "c'erano dei civili armati e in mezzo degli effettivi dell'esercito che attaccarono una lagna, tutto il mondo ce l'ha con noi eccetera" 
Insomma, i soliti ebrei paranoici, che si inventano l'antisemitismo anche dove e' solo immaginato, e poi convincono i media occidentali, che poi convincono Bush a bombardare. Comunque a Hebron c'e' stato un amico di Leonardo, che gli ha fatto vedere le fotografie.

A Leonardo piacciono molto le fotografie da Hebron, forse perche' gli sarebbe davvero piaciuto andarci, se non fosse per via di quei civili armati e dei lagnosi soldati ebrei. E cosi' Leonardo ha scritto un poema lirico post, ispirato da una foto che viene da Hebron. E come si sa, una foto vale piu' di mille parole, anche se Leonardo, sente il bisogno di aggiungerci 1355 parole. C'e' pero' untizio semianonimo (ha il nome ma non un blog)  che gli dice che di quelle parole c'era molto bisogno. Comunque io quelle parole le ho contate facendo cut and paste su Word, e poi non datemi del paleolitico con il computer, che non e' mica vero.

Sentite un po' cosa dice Leonardo a proposito degli ebrei che vivono a Hebron:
Quant'è bianca, invece, la faccia del colono. Giù la maschera: questa è la faccia dell'imperialismo bianco. Lo stupid white boy, il turista anglosassone tronfio e cretino da generazioni, che segna il territorio
E il ragionamento, diciamo, fila.  Fila, voglio dire, se per voi ogni ebreo che calpesta il territorio di Hebron e' un forestiero, un colonizzatore, uno che viene da fuori. 

Senonche' la storia della presenza ebraica a Hebron inizia ... mah, non facciamola tanto lunga, che c'e' gente che ha problemi a trovare pezzetti di storia nella Bibbia. Quando nel VII secolo arrivano i conquistatori arabi, trovano gia' una citta' a maggioranza ebraica. E gli ebrei a Hebron ci rimangono, fino al 1929, quando una folla di arabi massacro' una sessantina di ebrei, sotto gli occhi diciamo impotenti (qualcuno dice benevolenti) della polizia inglese. La stragrande maggioranza dei poliziotti in servizio erano arabi, ed e' difficile pensare non ci fosse una sorta di accordo. 
Solo cinque tra gli assassini vennero processati. L'accusa era rappresentata dal nipote del Gran Mufti' di Gerusalemme. Il leader del massacro venne condannato a due anni di carcere e sconto' solo un mese.

Passato il pogrom, da Hebron spariscono gli ebrei, per poi ritornare nel 1969, e rimanerci fino ad ora. Beninteso, tra coloro che sono tornati a vivere a Hebron c'erano anche quelli che ne erano stati scacciati. Ma Leonardo non lo sa, per lui sono "la faccia dell'imperialismo". E, ovviamente, palestinesi che erano presenti all'evento, si augurano di ripeterne presto i fasti.

Non siete anche voi colpiti dalla dignita' della signora?  Come Leonardo quando ammira le donne arabe!  Guardatela, quando con sguardo pieno di dignita' incoraggia le giovani generazioni a seguire il loro esempio? "Mio padre ha massacrato gli ebrei, e ha portato a casa qualcosa per me. Voi dovrete fare lo stesso!"

Ora io non voglio dare l'impressione di reputare antisemiti tutti i cittadini arabi di Hebron. Infatti durante il pogrom del 1929 c'erano famiglie arabe che hanno protetto, a rischio della loro vita, ebrei in fuga. E anche oggi lo sceicco di Hebron caldeggia la accetazione dello Stato ebraico. E ha sulle scatole, per non dire altro, la banda di tagliagole non eletta democraticamente, la autorita' palestinese. Che non sembra essere proprio popolarissima, perlomeno tra la gente del suo clan.

E questa mancata popolarita' della banda di tagliagole non eletta democraticamente la autorita' palestinese  potrebbe spiegare per quale ragione i predetti tagliagole non eletti democraticamente leader palestinesi siano cosi' assidui nel cammellare sostenitori da fuori [il link rimanda al resoconto di uno dei numero viaggi di solidarieta' in loco, riportando gli svarioni comici e la tragica malafede di chi pratica questio genere di turismo]. Per erodere il seguito dello sceicco in questione, mostrando ai locali di avere appoggi occidentali ed internazionali. Non dimenticatevi che Hebron non e' affatto "una citta' che una volta era palestinesi ed ora e' occupata dagli israeliani".


 I coloni israeliani vivono in alcune aree ristrette,che sono quelle colorate in blu. Le parti violette sono quelle in cui non vive nessuno, ne' arabi ne' ebrei, e sono pattugliate da soldati israeliani. Per inciso, sono le costruzioni (sinagoghe, p. es.) in cui vivevano ebrei prima della strage del 1929. Perche', gia', fino al 1929 la maggiore attrazione della citta' era la tomba dei Patriarchi, che e' un luogo di culto ebraico giusto da quel paio di millenni (e' stato fatto costruire da Erode) ed e' diventato importante per i palestinesi solo dal 1969 in poi. Ma non divaghiamo. Le aree nella mappa che non sono ne' violette, ne' blu, e ditemi se e' poco, sono quelle di una citta' palestinese con una economia anche piuttosto vivace, dove gli unici soldate che si vedono sono quelli palestinesi. Una citta' la cui popolazione ama pochissimo la ANP, come mostrano i risultati delle famose elezioni palestinesi ed in cui governa uno sceicco che ha quella ANP lievemente sugli zebedei.

Ogni volta che qualcosa di brutto succede a te, mentre stai percorrendo quei dieci minuti di strada accanto all'edificio dove vivono gli ebrei, noi, ANP, facciamo una foto grazie a qualcuno dei giornalisti che conosciamo. E che stazionano qui, assieme alle migliaia di volontari che vengono in visita da tutto il mondo. E poi mandiamo quella foto alla stampa di tutto il mondo. Lo vedi come siamo potenti? Altro che lo sceicco. E' solo una ipotesi, ovviamente. Ma chiunque ha una qualche familiarita' con le organizzazioni di cooperazione internazionale e il loro impatto nelle societa' locali, potra' dirmi se regge oppure no.

Ma questo non e' il punto che mi interessa dibattere. Qui voglio solo segnalare che la storia della presenza ebraica a Hebron e', sul lungo periodo, una storia che dura da 13 secoli, con una breve interruzione di neanche cinquanta anni, dovuta a una violenza feroce.

Violenza feroce, che scompare dal rendiconto che ne fa un cretino alla ricerca di "stupid white boy", su cui puntare il suo ditino accusatore. Lui, ci vede, ovviamente, l'imperialismo assassino con il volto del giovane ebreo. E con un tratto di penna cancella la storia della presenza ebraica ad Hebron, che non si capisce perche' dovrebbe finire. Per venire incontro ai suoi sogni di pace? Per sua superstizione religiosa, che cioe' noi gli stiamo antipatici e allora non ci vuole? E perche'? Che e', Hebron, un sobborgo di Carpi?

Insomma, provate un po' ad indovinare che cosa ha in mente, Leonardo Tondelli da Modena, quando parla di pace in medio oriente. Credo che il termine piu' adatto sia Judenrein.

lunedì 25 giugno 2012

elezioni in Palestina

Vorrei solo informarvi che in Palestina non si tengono elezioni dal 2006. Il Consiglio Legislativo (chiamiamolo, per brevita': Parlamento) e' scaduto dal 2010. Elezioni erano previste per maggio 2012, ma sono state spostate.  Prima le si e' spostate a Maggio 2012 (Wikipedia e' ancora ferma a quella data) e poi a data da definirsi. Non e' una barzelletta: sono state spostate perche' i principali partiti -Hamas e Fatah- non riescono a mettersi d'accordo  su cosa fare dopo le elezioni. Che evidentemente e' un accordo da raggiungere prima delle elezioni stesse. Ah, che bella cosa la democrazia.

Uhm, e a proposito di barzellette:
"i palestinesi stanno facendo elezioni democratiche da dieci anni. Dieci, esatto. Le prime elezioni presidenziali e legislative dell'autorità palestinese ebbero luogo il 20 gennaio 1996."
Ecco si', bravo, Leonardo. E dopo il 1996 nulla fino al 2006. Siamo, come dire, in scadenza.  A proposito, sapete chi e' quel Presidente che nel 2007 ha unilateralmente cambiato il sistema elettorale per assicurare a se' e al suo partito la maggioranza qualunque sia il risultato delle elezioni? No, non e' Berlusconi. E' Mahmud Abbas. Che bella cosa la democrazia.

E concludiamo con questo video. Non c'entra con la Palestina. Infatti e' un musical israeliano. 


domenica 24 giugno 2012

avete notizie da Leonardo?

Qualche giorno fa ho chiesto al prof. Tondelli come si sarebbe sentito se, tutte le mattine, per recarsi sul posto di lavoro, avesse dovuto superare una camionetta della polizia. E' quella, sapete, la condizione degli insegnanti che lavorano nelle scuole ebraiche in Francia, neanche tanto lontano da casa sua. Ma in Italia non e' diverso.

Non era nemmeno la prima volta che gli facevo quella domanda.  A volte la camionetta della polizia tiene lontane le teste di cazzo. Altre volte, come sappiamo, no. Per esempio, a Tolosa, qualche mese orsono, non ha funzionato.



Coglievo infatti l'occasione per chiedere al prof. Tondelli anche come ha reagito alla notizia che un suo collega francese ci ha lasciato le penne, dopo un attentato opera non di gruppi di estrema destra, come si era farneticato per qualche ora, ma da parte di un arabo-francese.

Si', uno di quelli il cui antisemitismo e', come dice Leonardo, del tutto immaginato, uno di quelli che "odiano i razzisti" e che, come sapete, non ha mai incontrato un ebreo. Ma in realta' il non-razzista Mohammed Merah gli ebrei ha saputo incontrarli. Poi chissa', il suo antisemitismo e' stato come al solito "ingigantito" dai media, controllati sappiamo bene da chi.

Chissa' se anche la folla di simpaticoni che vedete qua sotto ha mai avuto qualche esperienza degli ebrei. Magari il loro antisemitismo, sempre ammesso che ci sia, e' solo immaginato e "ingigantito". Forse volevano solo portare dei fiori. D'altronde, sopra vedete tutti quei fiori in memoria di ebrei, che sono anche israeliani a volte in potenza a volte in atto. E in quanto israeliani rubano risorse e acqua ai poveri palestinesi arabi e musulmani, che dagli torto se sono antisemiti. Sicche' occorre pur riequilibrare e portare fiori anche in memoria del povero Mohammed, criminalizzato dai media che prendono per vero, pensate un po', il suo antisemitismo immaginario.



Ma vabbe', non divaghiamo. Sapete mica se Leonardo ha risposto alla mia gentile richiesta? Io vorrei davvero sapere se quando lui va a lavorare gli tocca superare una camionetta della polizia. E se quella camionetta, che a volte funziona come deterrente, a volte no, e' per caso collegata ai massacri in corso a Gaza (che sono finiti), alla guerra per l'acqua, che Israele ha vinto, e a quella demografica che ha perso, per via della crisi economica decennale

Non pare abbia voluto rispondermi, quel maleducato di Leonardo.

sabato 23 giugno 2012

piselli in fuga e bombe falliche

Ohibo', e' scomparso Leonardo. Non mi viene piu' a cercare nei forum, e non parla piu' di questo blog su friendfeedz. Dove, va detto, gli risponde  anche un tale che si firma Cirque_IPI e ho come la vaghissima sensazione che lo stia pigliando per il quorum. E, a proposito di quorum, sembra che anche su friendfeeedz Leonardo non sia riuscito a raccogliere il quorum, una schiera di sostenitori come lui si augurava. Gli da' retta solo qualcuno che ancora rantola per la storia dei ferventi sionisti, e qualcun altro che ce la ha con Uriel, e con me per associazione. E Leonardo non risponde piu' ai miei post, ne' qui ne' sul suo. Vien quasi il sospetto che non mi legga piu'. Soffriro' terribilmente. 

Sapete, questa storia e' iniziata quando Leonardo sproloquiava di fiume e di piene, io scrissi un post sull'argomento; lui allora venne a ricordarmi il suo meraviglioso post in cui cercava di dare lezioni di Bibbia a A.B. Yehoshua. Che mi sembro', da subito, una cagata pazzesca. Feci un paio di ricerche e venni a scoprire che Leonardo era l'autore di un famoso post sui Parazzi, ovvero su una tribu' che un giorno si insedia a casa tua con la scusa di averci abitato all'epoca dei trisnonni e se la cosa non ti piace ti crocefigge con la accusa di antiParazzismo.

Nelle settimane successive Leonardo ha spiegato che lui non la pensa piu' in quel modo; pero' pochi giorni fa ha scritto che le ipotesi di una presenza palestinese nel Neolotico avrebbe un senso.  Poi e' passato a dire che quello sui Parazzi non era un post sul Medio Oriente, ma sulla personalita' paranoide. Ed in effetti io ho sempre pensato che solo personalita' paranoide possono prendere per buona la leggenda della Palestina occupata, Cioe' quella secondo cui un tempo c'era una terra in cui correva il latte e il miele, densamente popolata da contadini emiliani, tutti soci della Coop locale, atei e mangiapreti, e questo idillio sarebbe finito un brutto giorno degli anni Quaranta del secolo scorso. Sapete, quando un Cristoforo Colombo fondamentalista protestante, dietro ordine delle potenze europee, ha guidato una folla di sedicenti ebrei, assetati di terre e di sangue, causando lo sterminio dei pacifici indigeni. I quali nel frattempo sono cresciuti di numero e vivono in campi profughi e a loro e' proibito anche solo visitare (ueh ueh, lacrimuccia) quella che una volta era casa loro. 

Il fatto e' che l'ineffabile Leonardo prende piu' o meno per vera la leggenda di cui sopra. E come glielo ho fatto notare io, ecco che e' partita la lagna secondo cui io lo stavo condannando per un post solo, e vecchio per di piu', senza prestare attenzione a tutto il resto che lui ha scritto [vedetevi qui la grande Franca Valeri che dice: "Povera stella, il Leonardo"]. E cosi' sono andato a leggermi tutto il resto che ha scritto. E ho trovato tanto materiale con cui divertirmi, e ho intenzione di continuare a divertirmi. Che non e' che perche' sei Leonardo Tondelli che pubblica anche sul quotidiano fondato da Gramsci sei esente dal dire cazzate antisemite e razziste, e sei pertanto al di sopra di ogni critica. Ti piacerebbe, magari, pensarlo. Ma non e' cosi'.

Adesso pero' ho questo terribile sospetto che Leonardo non voglia piu' parlare di Medio Oriente e abbia cessato di mettere il mondo in guardia dagli eccessivi allarmi di chi grida all'antisemitismo reale. Quando in realta' e' solo immaginato, e Ilan Halimi, come sappiamo, e' ancora vivo, assieme a Jim Morrison ed Elvis Presley. Tutti e tre infatti insieme guardano l'Olocausto in corso a Gaza e dicono: speriamo finisca presto, cosi' poi Israele si trasformera' in federazione arabo-ebraica e tutte le sinagoghe d'Europa saranno al sicuro perche' piu' nessuno pensera' a vandalizzarle.

Guardate che e' un rischio reale, che il Tondelli smetta di parlare di Medio Oriente e di antisemitismo che non c'e'. Adesso, per esempio, sta parlando di altro. Ha pubblicato un post che parla di musica. I pezzi preferiti degli anni Novanta. Tra i quali ci sta anche un brano che io avevo menzionato in uno dei post della Leonardeide, ma e' solo un caso (perche', sapete, non mi legge). 

Ecco, nel paragrafo dedicato a quel brano, Leonardo ci fornisce elementi per la sua appassionante biografia. 

"Per come si erano messi gli anni 90 io avrei potuto anche diventare tutt'un'altra persona, per esempio adesso potrei essere un panzone che ascolta rai a palla in autoradio, invece non mi ricordo neanche esattamente cos'è il rai e perché mi piaceva. Mi piaceva perché era diverso ma familiare ma diverso. Si ascoltava molto in Francia [...] Aicha non è neanche la mia canzone preferita di Khaled, ma le altre non mi ricordo più come si chiamano e mi costa fatica cercare, inoltre descrive due personaggi dei miei anni 90: il panzone d'area magrebina, magari un po'mbriago che cerca di rimorchiare ma ha disposizione solo un frasario del nonno del nonno, e la fanciulla che cerca di emanciparsi, spero tu ci sia riuscita Aicha. Magari hai cinque bambini, un classico; e se torno al quartiere nemmeno ti riconosco. Poteva andarci meglio, sì, inutile discuterne"
Ora, se proprio non avete il cuore di pietra, dovete commuovervi davvero. Perche' in questo paragrafo Leonardo parla con malinconia dell'esperienza che ha accumulato viaggiando per il mondo, lui, consumato lupo di mare e di monti. Ci sta una donna, sapete "nel quartiere" che deve avergli rapito il cuore, e "poteva andarci meglio" ma il mondo e' tanto crudele con uno che si trasferisce in citta' dalla provincia modenese, lo cantava anche Guccini. E Leonardo non vuole, o non puo', diventare "un panzone che ascolta rai a palla in autoradio". Si era anche messo ad ascoltarla, la musica rai (wow!), quanto tempo e' passato (e come sei esperto del mondo, adesso, Leonardo!), adesso non la riconosce piu' (eh, quando uno ha una vita cosi avventurosa...) . Casualmente qualcuno aveva appena menzionato la traduzione in ebraico di quella canzone, ma e' successo in un blog che certo Leonardo non legge. E poi googolare Didi e' veramente troppo complicato.

Insomma, a farla breve, negli anni Novanta l'Italia non era ancora afflitta dal problema dei cervelli in fuga, ma qualche pisello andava Oltralpe. E ora pero' e' tornato. Ma naturalmente ora Leonardo quella donna non la riconoscerebbe nemmeno piu', perche' sapete ha fatto cinque figli, ed e' un classico.Sara' che cinque figli ti rendono irriconoscibile? Brutta?

Vai un po' a sapere; per me una donna che fa cinque figli e' una che ha una forza d'animo, e fisica, da mettere KO un provincialotto salito dalla ricca citta' rossa emiliana fin su alle periferie francesi, in cerca di esotici orifizi di cui vantarsi poi con gli amici una volta che e' tornato a scrivere davanti allo schermo del suo PC (e musica rai a palla, certo). E se i cinque figli non ce li ha, ma Leonardo se lo immagina, il discorso non cambia moltissimo. Con questa transcdevie  stereotipata e melensa, Leonardo spiega di essere scappato. E se questa donna non esiste, oppure Leonardo non ci ha combinato nulla, il film che Leonardo vuole che immaginiamo, dice molto comunque su di lui.

Se scappi da un posto, o da una relazione, qualche senso di colpa ti rimane. E cosi' Leonardo immagina le periferie francesi bombardate (avete presente che forma fallica hanno le bombe?) da qualche occidentale (come lui) . Perche'? Perche' l'occidentale si sa e' cattivo, e pensate un po' si inventa che l'antisemitismo immagianto sia -pensate un po'- reale. Ed infatti Leonardo si era precipitato a spiegarci come l'antisemitismo da quelle parti sia solo immaginario. Pertanto, non bombardate la povera Aicha, e i suoi cinque bambini, che gia' tanto la ha fatta soffrire lui, panzone mancato. Da quelle parti non sono razzisti, giocano solo con le svastiche e quel poco che hanno imparato a scuola.

Leonardo ha chiesto ai suoi lettori, e non una volta sola, di provare a immaginare cosa farebbero se fossero dei giovani a Gaza, o nella West Bank. Giovani, badate, della etnia e della religione che stanno simpatiche a lui, discendenti di chi stava da quelle parti prima del Neolitico e non invasori giudei israeliani. Io gli ho chiesto di provare ad immaginare di essere un insegnante ebreo nelle periferie francesi, alle prese ogni giorno con quella roba che lui definisce "antisemitismo immaginato" e che lo costringe a passare accanto a una camionetta della polizia entrando a scuola ogni mattina. Camionetta che a volte funziona come deterrente, ma altre volte no. 

Leonardo pero' e' convinto che di ebrei in Francia non ce ne siano, e se ci sono non stanno certo nelle periferie, e pertanto quell'insegnante non esiste, come non esistono ebrei commessi in negozi di informatica e chi spara ai primi (e ai bambini) e rapisce e tortura i secondi non e' antisemita, ma solo immaginato, ed inoltre non e' razzista. Viene da chiedersi se queste stronzate siano comparse nella mente di Leonardo quando cercava di farsela dare dalla non-ancora-emancipata Aicha. Oppure se gliele abbiano stimolate solo i ricordi di lei. 

Ora devo preparare per Shabbat, per cui metto questo post in aspettativa e, se riesco a pacioccare il giusto, voi dovreste leggerlo sabato. Spero proprio che Leonardo ricominci nel frattempo a scrivere i suoi profondi pensieri sull'antisemitismo che non c'e' e sui veri ebrei che non sono quelli in Israele. Ma anche se continua con la autobiografia, io mi diverto uguale e lo leggo con interesse.

Scrivi, Leonardo, scrivi, mi raccomando!


venerdì 22 giugno 2012

"cognome vagamente ebraico"

"Questo è il punto: Israele ha vinto tutte le guerre, ma ha perso la battaglia demografica. L'ha persa, non c'è niente da fare. Puoi anche decidere di punto in bianco che qualsiasi profugo russo dal cognome vagamente ebraico è un ebreo a tutti gli effetti: ma non puoifar fronte a tutti gli arabi e ai musulmani che ti stanno intorno" [Leonardo, certo, sempre lui].

Laddove la cosa piu' divertente non e' la fosca previsione demografica spacciata per vera. Abbiamo gia' visto che si tratta di una fantasia che dice molto su chi la coltiva e poco della realta' dei fatti.

No, la cosa piu' divertente e' la pretesa del prof. Leonardo Tondelli di poter distinguere chi e cosa sarebbe autenticamente ebreo e chi invece no, ma avrebbe solo "un cognome vagamente ebraico".

Ora, dal momento che stiamo parlando di uno che crede di poter dare lezioni di Bibbia a A.B. Yehoshua, la cosa non dovrebbe stupire. Leonardo si e' costruito una immagine personale di cosa sia ebraismo, mettendo insieme diverse cose che gli fanno paura o schifo, come il razzismo, il nazionalismo. E lo usa come metro di paragone per distinguere cosa e' veramente ebraico e cosa no. Evidentemente, per Leonardo non e' ebraico che Israele, come tutti gli Stati, abbia dei criteri per dispensare la cittadinanza dello Stato ebraico a chi la chiede (in ebraico?)

Eppure nel castello della sua fantasia dovrebbe essergli giunta in qualche modo la notizia che Israele e' durata per piu' di sessanta anni, pur con tutti "gli arabi ed i musulmani [...] intorno". E non se la e' nemmeno cavata male: il pensiero corre alla crisi economica che sta solo nelle fantasie di Leonardo, e ad una realta' parecchio diversa. Certo, sarebbe bello se Israele non fosse circondato da tale ostilita'. Ma alla lunga si e' riusciti a dimostrare che far guerra allo Stato ebraico non conviene moltissimo.

E se il prezzo per far cessare la tensione, deve essere cedere alle richieste di chi, tra i leader arabi, urla come negli anni Venti "ricacceremo gli ebrei in mare!", magari previa trasformazione in federazione arabo-ebraica (che e' il sogno di Leonardo), ecco questo e' un prezzo che nessun israeliano vuole pagare. Almeno stando ai risultati elettorali.



giovedì 21 giugno 2012

il senso dell'argomento

Questo e' un post lungo, ma divertente. Iniziamo infatti con una lezione di  fantastoria.

Dunque, dovete sapere che gli ebrei non esistono. Ci sono, e’ vero, qua e la’ per il mondo, delle minoranze che praticano una religione a cui non credono nemmeno loro. Ma non si puo’ nemmeno dire che la pratichino veramente: piu’ che una religione e’ infatti una nevrosi, centrata su una Legge scritta nella pietra e il terrore di un Dio che fulmina chiunque non si vesta di nero e non si faccia crescere i boccoli ai lati delle orecchie. Ci sono quelli che si vestono in quella maniera, in cui nessuna mamma vorrebbe vedere il proprio figlio: ce ne e’ di gente strana al mondo. Sono quegli infelici che praticano la vera religione ebraica. E sono anche pericolosi: hanno scatti d'ira biblica (ahaaha, avete capito la battuta? biblica!) quando vedono una macchina fotografica in una cattiva giornata. Gli altri che si dicono ebrei fanno solo finta.

Perche’ gli ebrei, appunto, non esistono. Questi gruppi sparsi per il mondo non hanno nulla in comune tra di loro, solo qualche superstizione religiosa e un vittimismo insopportabile. Sfruttando accortamente l’ antisemitismo immaginato, si sono guadagnati una aura [grazie M.] di perseguitati, grazie alla quale esercitano un tirannico potere sul resto del mondo. Vi sarete infatti accorti che esiste una psicopolizia la quale ha reso impossibile formulare critiche a ogni ebreo, dovunque viva. Ma soprattutto a quelli che vivono negli USA e in quell’accidente della storia, il quale verra’ presto superato e cadra’ a pezzi per via della crisi economica che lo affligge da decenni e che si chiama [pfuh! pfuh!] Israele.  

Ora, Israele e’ una faccenda dannatamente complicata, che si puo’ riassumere cosi’. Fino all’anno 70 circa vi dominavano gli ebrei, quando ancora esistevano, poi sono stati scacciati. Qualcuno dice che sono stati scacciati per via dell’odioso dominio che esercitavano su popolazioni che erano in loco fin dal periodo Neolitico. Altri dicono che hanno perso la sovranita’ su quella terra perche’ non hanno riconosciuto la divinita’ di Gesu’. Noi possiamo sorridere di queste fesserie religiose ma, dopotutto, si tratta delle fede di milioni di persone e secondo me dovremmo imparare a rispettarle. Quegli ebrei che sono in giro per il mondo,  se la spassano grazie ai media che loro controllano e che ingigantiscono sempre l’antisemitismo immaginato. Pero’ non riconoscono che Gesu’ e’ il figlio di Dio, anzi in qualche caso accusano persino Don Bosco di essere un pedofilo. Parliamoci chiaro, quindi: che diritto avrebbero di andare dove c’erano una volta gli ebrei veri e cacciare i nativi? Offendendo, tra l'altro, la fede di milioni di persone, tra cui anche qualche artigiano dell'appennino modenese. Dare uno Stato a un popolo che non esiste e che in passato si e' reso colpevole di deicidio... Non stupitevi se poi succede qualche pasticcio.

Questi nativi sono i veri discendenti degli antichi ebrei. Certo, si sono convertiti all’Islam e al Cristianesimo, che sono religioni ben piu’ avanzate ed universalistiche di quella antica superstizione tribale. Ma solo perche’ adesso professano una altra religione, mica significhera’ che non sono ebrei? E poi, guardate, ci sono pure prove scientifiche che dimostrano come gli attuali palestinesi siano i discendenti degli ebrei che erano cola’ al tempo di Abramo. Per esempio, avete notato la kefya, l’indumento che fa parte della loro millenaria tradizione?

Millenario  vuole dire: prima del Vaticano II, Perche’, sapete, la memoria e l’identita’ hanno questa caratteristica: se sono palestinesi rendono millenaria, antichissima e simbolo di indomita resistenza qualsiasi cosa tocchino. Se invece memoria ed identita’ sono ebraici, si tratta quasi sicuramente di una frode, di un pseudo e, a pensarci bene, anche di un cripto. Certamente posteriore al Vaticano II. L’identita’ palestinese, e il loro diritto a uno Stato, e’ invece come vi ho spiegato molto piu’ antica, ed e’ incontroversibilmente dimostrato dall'indumento tradizionale palestinese...

No, scusate, qui devo fermare la lezione di fantastoria. Perche’ mi viene davvero da ridere pensando al grande casino che un signore, dal pomposo titolo di Ministro Palestinese per la Cultura, ha piantato su tutti i media del mondo arabo, quella volta che una azienda israeliana ha messo in commercio una kefya bianca ed azzurra. 
 
Voi capite, questi sono un popolo perseguitato, e il loro Ministro della Cultura trova modo e tempo per seguire le vicende del mondo della moda. E protestare pure se i vestiti non gli piacciono.  E trova pure chi gli da' retta. 

C’e’ gente, sapete, che prende sul serio questa fantastoria. Che la scambia per storia reale. E mica da ieri. L’idea che i veri discendenti degli antichi ebrei siano i palestinesi, e che gli ebrei in giro per il mondo siano degli impostori, che si sono appropriati di una identita’ non loro, e’ una idea che ha iniziato a circolare negli anni Venti, in ambienti arabi cristiani. E a cui hanno dato ampia diffusione in tutto il mondo quei settori della amministrazione britannica, i quali preferivano legarsi ai nazionalisti arabi, gettando a mare gli ebrei, a cui pure avevano promesso un focolare nazionale qualche decennio prima. Ebrei che, checche' ne dicano tizi presi dalla ossessione difensiva, non erano affatto vittime di "antisemitismo immaginato", ma di ben piu' reali e concreti pogrom. Dei quali, per inciso, il mondo marxista si disinteressava platealmente:
 “I have no room in my heart for Jewish suffering [...] Why do you pester me with Jewish troubles?" (Rosa Luxemburg, 1917
La narrazione fantastorica di cui stiamo parlando si appoggia alla leggenda della conversione all’ebraismo dei mitici khazari, una popolazione tartara, nella cui elite, piu’ o meno nel XII secolo, si trovavano molti ebrei. Una vicenda marginale, che e’ diventata importante per via di un filosofo ebreo, il quale nel  Medio Evo ne fece lo scenario di un trattato di filosofia, con il quale intendeva dimostrare la superiorita’ logica e morale dell’ebraismo sulle altre fedi.
 
Quando i leader palestinesi si dimenticano di aver dichiarato di essere discendenti delle popolazioni neolitiche cacciate dagli invasori guidati da Giosue’, rispolverano questa leggenda della loro discendenza dagli antichi ebrei, e trovano pennivendoli disposti a sostenerla in Occidente. Uno dei quali e’ quel tale Israel Shamir, sedicente ebreo russo, che una volta ha cercato di vendere documenti rubati negli archivi sovietici al negazionista David Irving, ed adesso si e’ convertito al cristianeismo ortodosso. 

Un altro e’ Shlomo Sand, un accademico israeliano specializzato in storia del cinema. Venitemi a dire che non e’ un Paese libero, ci sono accademici che pubblicano ogni cazzata: Sand ha dunque pubblicato un libro in cui sostiene questa storia degli ebrei che sono falsi ebrei e in realta’ kazari. Per farsi ridere dietro da tutti i colleghi, primi fra tutti quelli di sinistra (e pacifisti), i quali hanno giustamente a schifo disquisizioni sull’identita’ basate su radici genetiche e legami di sangue. Sand non ha poi trovato alcuna casa editrice accademica che gli pubblicasse il libro successivo, in cui approfondiva la cazzata, l’ipotesi. Sta urlando al complotto del sistema contro di lui, e denuncia i media che lo perseguitano perche’ ha svelato verita’ nascoste. Ha pubblicato il libro per una casa editrice popolare di ampia difusione. La pubblicita’ e’ l’anima del commercio e l’articolo “verita’ esplosive sugli ebrei rivelate da  uno di loro” e’ un articolo che vende moltissimo. 

 Indovinate un po’ chi altro trova che l’argomento abbia un senso. Ma e’ lui, avete indovinato, Leonardo Tondelli da Modena. Ricapitoliamo l’argomento: si appartiene a un popolo, in questo caso quello ebraico, solo se si hanno dei legami di sangue con gli antenati. Se ti sei “affiliato” successivamente, e autorevoli studi dimostrano che questo e’ il caso dei  kazari, pardon ebrei sedicenti tali, allora non hai diritto di dirti parte di quella razza. Continui a farlo? E’ perche’ vuoi far parte della potente lobby sionista americana, e partecipare cosi' alla spoliazione capitalista delle risorse, grazie a cui i palestinesi, che poi sono  veri ebrei per razza, hanno tirato avanti in parca armonia con il resto della natura. Non ti ribelli a questa impostura? Sei, siete, allora, tra i mandanti della strage, egoisticamente attaccati al vostro petrolio, alla vostra sicurezza, e al vostro stile di vita che non volete mettere in discussione, mentre i palestinesi muoiono per colpa vostra. In realta' si fanno  saltare per aria, ma sanno tutti che la colpa e' di Israele e di quella falsa identita' ebraica. A proposito, in caso vi capitasse di incontrare qualcuno che dice di essere ebreo... vabbe', mi fermo qui. 

[E' vero, a Tolosa sono morti dei bambini; ma era antisemitismo immaginato e bisogna stare attenti a non ingigantirlo. Non dimenticatevi, per favore, dei ragazzi palestinesi che vanno a farsi esplodere. Perche' dovrebbero avere pieta' dei bambini, quando questi possono crescere, immigrare in Israele grazie ad una legge ingiusta, e diventare Ariel Sharon?] 


La diciamo in altro modo? Ecco qua:
 "IL CONCETTO DI RAZZA È CONCETTO PURAMENTE BIOLOGICO. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose."
Avete capito? Non si appartiene a un popolo per via culturale, "affiliazione" o altro. Non si e' ebrei per conversione, checche' ne dicano gli stessi ebrei. Poco importa, sappiamo che loro sono solo khazari. I veri ebrei sono tali solo per via genetica. E questi ebrei genetici, signori miei, sono gli odierni palestinesi, abbiamo gli studi che lo dimostrano. Quindi lo Stato di Israele, che perseguita i veri ebrei, e' uno Stato antisemita.

E l'ipotesi, dice Leonardo, ha un senso.

Il passaggio di cui sopra, se siete interessati, proviene dal Manifesto della Razza, pubblicato nel 1938 da vari intellettuali e scienziati italiani. 

Il quale poi continua:
"ESISTE ORMAI UNA PURA "RAZZA ITALIANA". Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico–linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia.
GLI EBREI NON APPARTENGONO ALLA RAZZA ITALIANA. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto."
E anche su questo Leonardo probabilmente e' d'accordo: se scorrete il suo blog trovate poche menzioni di ebrei che abbiano dato un qualche contributo positivo a qualcosa.

Tale manifesto e’ stato firmato, tra gli altri, dal giovanissimo Amintore Fanfani , il prestigioso intellettuale cattolico che, da politico maturo, diventera’ l’anima della corrente piu’ anti-israeliana della DC. La sponda catto- di quello scherzo ideologico che andava sotto il nome di cattocomunismo e che sembra essere tra i referenti ideali di Leonardo Tondelli, ex boy scout cattolico adesso schierato -dice lui- a sinistra.

Quando si dicono le coincidenze. 

A proposito di coincidenze: se ce la avete fatta ad arrivare fino in fondo a  questo post lungo, che spero abbiate trovato divertente almeno fino a un certo punto, avete appena letto di un tale, che  ritiene ci sia "del senso" in una "ipotesi" razzista. E pubblica i suoi articoli grazie alla piattaforma del quotidiano fondato da Antonio Gramsci. 

Che triste e deprimente coincidenza.

mercoledì 20 giugno 2012


Qualche anno fa ho scoperto una zingara. Si stava chiaccherando con un gruppo di amici, tra cui la nuova fidanzata di un amico, che chiamero’ Silvia. Silvia racconto' dello strano modo che aveva sua madre per fare il bucato. 
Separava sempre, la mamma, i capi di abbigliamento che vanno indossati sotto la cintura (pantaloni, mutande) da quelli che ne vanno al di sopra (camicie, maglioni). Proprio due tinozze separate, o addirittura due carichi separati della lavatrice, e persino due stendini separati. E come andava fuori di testa se qualcuno, per sbaglio, metteva la roba nella tinozza sbagliata.

Avevo notato lo stesso costume tra i Sinti presso cui in quello stesso periodo mi capitava di passare del tempo. Sicche' la conversazione prese una piega interessante, sul fatto che Silvia non era mai stata a trovare i nonni, di cui ricordava solo qualche visita sporadica da bambina, e sulla professione dei genitori di Silvia, ambulanti ambedue. Il punto e’ che per me, dopo aver passato un paio di anni in mezzo ai Sinti, il cognome di Silvia era molto riconoscibile, e parlammo pure di questo. Di come qua e la’ ci potessero essere suoi parenti, che mi era capitato di incontrare.

Nei giorni successivi Silvia ha pressato sua madre con una serie di domande, e dopo un paio di giorni di resistenze e negazioni (non entrate mai nello spazio tra una madre e una figlia, e’ il punto piu’ pericoloso del pianeta Terra), la mamma le ha raccontato la storia di famiglia: di come lei e il padre abbiano lasciato le famiglie originarie, decidendo, come si dice “di fermarsi” e siano passati ad altro genere di vita, piu’ o meno nei tardi anni Sessanta, quando l’industrializzazione del Nord Italia dava ai Sinti questo genere di possibilita’. C’era dietro qualche fatto di sangue che non sto a raccontarvi, perche’ vorrei evitare possibili casini a Silvia, e alle sue bambine, (si’, il mio amico la ha sposata, hanno due gemelle, i genitori di lei erano al matrimonio) .

Perche’ Silvia, come i suoi genitori, e’ ben consapevole dello stigma sociale che la parola zingaro ti fa portare dietro, seppur diluita con espressione come "di origine zingara". Lo stigma  rimane –cosi’ lei teme, e secondo me a ragione- anche se i suoi genitori, e lei ancor di piu’, hanno tagliato i ponti con quel mondo. Ma  i ponti non sono completamente tagliati: con qualche fatica Silvia e’ riuscita a farsi insegnare qualche filastrocca per le bambine. E qualche visita ai parenti pare la abbia fatta, assieme al marito. 

Ora il problema e’: Silvia e’ una zingara?  E le bambine? Una anziana signora Sinta che conosceva la storia dei suoi genitori, mi disse che certo che lo poteva essere. Se la mamma parla con la bambina nella lingua dei Sinti “quando ce la ha dentro”, ovvero quando e’ incinta, allora la bambina impara il linguaggio, ed e’ Sinta anche lei. Poi bisogna vedere se vuole fare “la vita dei Sinti” o quella dei “gage”, ma questa e’ una altra faccenda. Io trovo ovviamente molto poetica questa distinzione uterina tra l’essere e il fare. Ma credo che Silvia e le sue bambine possano avere una “identita’ sinta” o “zingara” solo se esiste una comunita’ di “sinti” o “zingari” che le riconosce tali. Poetico quanto si vuole, ma aver sposato un “gagio” non aiuta moltissimo. Ma nel mondo delle identita’ nulla e’ scritto nel marmo. Le identita' mutano, come scopro ogni volta che scrivo su facebook il cognome di Silvia e vengono fuori, con un orgoglio zingaro del tutto inedito, le foto della generazione piu' giovane della sua famiglia, quelli nati quando i suoi si erano gia' "fermati". In quella lingua che doveva essere segreta, adesso scrivono, assieme a emoticon e abbreviazioni. 

Un caso diverso da quello di Silvia, e' la vicenda dei cripto-ebrei. Famiglie che per generazioni si sono tramandati usi e costumi ebraici, cioe' legati alla religione ebraica, che si sono cioe' sentiti ebrei. E -qui sta la differenza con la vicenda di Silvia- ogni membro della comunita' cripto-ebraica e' riconosciuto tale, ovvero cripto-ebreo, o ebreo e basta, da una comunita' di individui come lui, ebrei o cripto ebrei. Tutto questo anche se esteriormente e' cattolico e lo spazio della loro pratica religiosa ebraica e' prevelantemente quello domestico, interno. Il caso piu' noto di cripto-ebraismo e' quello della comunita' cripto-ebrea di Belmonte, nel Portogallo settentrionale.  Ma ce ne sono stati un po' dappertutto, in tutti i territori dell'ex Impero Spagnolo, Italia inclusa. Anche in questo caso la parola ebreo porta con se' uno stigma  -e fino a qualche tempo prima anche dei rischi reali- che i cripto-ebrei vogliono evitare.




Siccome viviamo ora in una societa' in cui il condizionamento della Chiesa cattolica e' minore, rispetto a qualche generazione fa, assistiamo a cripto ebrei, o gente che si sente tale, che viene allo scoperto e cerca di connettersi, o ri-connettersi, con il resto del mondo ebraico. In qualche caso la loro identita' e' basata su una memoria collettiva, a;tre volte no: il che non dovrebbe stupire, stiamo parlando -dopotutto- di gente che si nasconde e cerca di far perdere le tracce.

E ora facciamo entrare in scena uno che, quando si tratta di ebraismo e di persecuzioni, ha sempre qualcosa da dire in favore dei persecutori, specie quando gli ebrei sono troppo biondi. Il nostro amico, prof. Leonardo Tondelli si e' imbattuto in un articolo di Marco D'Eramo, che parla di un articolo pubblicato su Atlantic, che parla di una polemica di una accademica contro altri suoi colleghi, a proposito di un gruppo di famiglie del New Mexico che si dice siano cripto-ebrei. 

Voi capite, spiega Leonardo pensoso, che quando questi cripto ebrei credono di essere ebrei cripto e poi vanno in Israele a togliere risorse ai palestinesi e cola' si sposano e poi si scopre che non sono ebrei, insomma, lo Stato razzista e religioso ed etnico ed ebraico rende loro la vita difficile. Li' c'e' un sacco di propaganda nazionalista e razziale Non vi venga in mente che la nascita dello Stato di Israele sia un progresso per gli ebrei: se dai a loro la possibilita' di definire chi e' ebreo, razzisti come sono, finiscono comunque per instaurare l'apartheid. 

Leonardo ponza e riponza sulla identita' ebraica dei cripto ebrei, che per lui e' sicuramente inventata: quella dei New Mexico ma, suvvia -suggerisce- anche quella di quelli di Belmonte o di Mashad, vorrete mica credere che esista qualcosa di ebraico e di originale? E da questi ponzamenti e riflessioni se ne esce con scoperte, devo dire, di una inaudita profondita':

"La storia degli pseudo-cripto-ebrei c'insegna qualcosa? A non prendere troppo sul serio le identità culturali? A non sentirsi sulle spalle secoli di Storia? Invece di rimproverarci le frustrazioni di un'educazione cattolica bimillenaria, potremmo accorgerci che il nostro presunto retaggio culturale non va più indietro del Concilio Vaticano II, e che tutto quello che c'è stato prima ci è altrettanto estraneo dei misteriosi cripto-ebrei"

Avete letto bene. Non esiste una identita' piu' antica del Concilio Vaticano II. Beh, Leonardo potrebbe andare a spiegarlo ai palestinesi che, parole sue, aspettano di rientrare nelle case da cui furoso scacciati nel 1948, ovvero un po' prima del famoso Vaticano II. Ma i palestinesi stessi raccontano di avere una identita' millenaria: ce ne sono che proclamano, nientemeno, di essere discendenti di popolazioni dell'epoca neolitica cacciate prima dagli invasori ebrei, protagonisti dei fatti di sangue narrati da quell'orrendo libro che e' l'Antico Testamento. E poi ritornati con la dominazione romana, per poi essere di nuovo cacciati dagli invasori sionisti, che pretendono di essere ebrei, ed invece sono solo dei colonalisti, senza alcun legame organico, di sangue, con quella terra sacra ai palestinesi e alla nazione araba. 

Senza risalire a queste alture mitologiche, c'e' comunque qualcosa che non torna nella affermazione di Leonardo. Altrove infatti lui parla di milioni di profughi palestinesi che avrebbero il diritto di entrare in Israele, senza esserci mai nati e certamente senza esser stati da quelle parti all'epoca del Vaticano II. Non gli viene in mente che ci sia qualcosa di falso o di costruito in quella loro identita' di popolo? Ovviamente no. Mica sono ebrei.

L'identita' ebraica per Leonardo e' fasulla, collegata a qualche previlegio: per quale ragione, infatti, un abitante del New Mexico vuole sentirsi ebreo? Ma e' evidente, pensa di poter accedere alle fortune della "potente lobby ebraica statunitense". Quindi nel sentirsi ebrei c'e' sempre qualcosa di losco e di falso, e se per caso si trovano la ragazza in Israele, c'e' di mezzo del razzismo. Invece quella palestinese e' una identita' autentica e magari antichissima, piena di dignita'. Tanto autentica che i loro leader non hanno problemi a chiedere il passaporto egiziano Ma certamente, l'identita' palestinese da' diritto ad  uno Stato, ed anzi questo Stato si deve realizzare quanto prima, preferibilmente aiutando Israele ad espiare il proprio peccato originale, ovvero di essere uno Stato ebraico. O aiutandolo a cessare di esistere e basta. 

E' proprio facile, secondo Leonardo, la strada per un mondo migliore. Basta levare di mezzo gli ebrei i cattivi, contrastarli con ogni mezzo, iniziando quindi con il contenere le  pretese identitarie,  razziste e nazionaliste. Che sono legate a quella Legge scolpita nella pietra e quel Dio cattivo e patriarcale, da cui ci ha liberati Gesu', anzi no, San Giuseppe,  ultimo Patriarca, primo papa'


martedì 19 giugno 2012

colpi di genio

Mentre stavo rispondendo a un gentile lettore, mi e' venuta in mente questa epica pagina di storia. Correva l'anno 1986, si era in quel di Bergamo. L'annuncio e' pubblicato dal quotidiano della Curia locale

Mi dice Leonardo che, con questo post sulle sue brillanti idee basate sui calzini, io starei "combattendo la Guerra al Terrore con otto anni di ritardo". 

Chissa' che vuol dire. Magari che nel frattempo ha imparato a lavarsi i calzini da solo. O che puo' finalmente raggiungere la lavanderia senza imbattersi in quei tipacci che non sono razzisti, ma solo antisemiti immaginari, e per la precisione ce la hanno con gli ebrei biondi.

Intanto qualcuno dovrebbe ricordare a Leonardo che il predetto "antisemitismo immaginario" ha fatto qualche vittima, recentemente. Un suo collega, un insegnante, e i tre figli, uccisi a Tolosa il marzo scorso da uno di quei non-razzisti che non aveva mai incontrato degli ebrei in vita sua.

Per l'occasione avevo chiesto a Leonardo come si sarebbe sentito se ogni giorno, per entrare a scuola, avesse dovuto superare la camionetta della polizia. Lui non ha risposto. Era alle prese con il delirante comunicato di un gruppo ebraico che minacciava di levargli la Divina Commedia. 

E lo capisco, sapete? E' importante contrastare il gruppo di ebrei. Perche' sappiamo tutti dove si finisce se non si distingue bene tra "antisemitismo totalmente immaginario" e "razzismo reale". Il quale poi, serve spiegarlo?, e' poi quello degli ebrei e del loro Paese colmo di propaganda nazionalista e razzista contro i palestinesi ed il resto del mondo.

Anche contro di voi. Ribellatevi. 

i calzini di Leonardo e gli ebrei biondi

Dovete sapere che una volta Leonardo Tondelli aveva i calzini sporchi. Siccome si trovava in Francia, per portare a lavare i calzini doveva attraversare un campetto, accanto al quale c'erano dei palazzoni, sotto a cui stazionavano dei tipacci.
E pero' i tipacci gli hanno permesso di portare a lavare i calzini in lavanderia. Siccome i tipacci erano arabi, dice Leonardo, lui ne ha dedotto che l'antisemitismo in Francia e' "di matrice islamica" ma "totalmente immaginario".

Ilan Halimi, ci informa Wikipedia, era un ragazzo ebreo francese, rapito il 21 gennaio 2006 e torturato per le seguenti tre settimane nella periferia di Parigi, perché ebreo. I suoi rapitori erano una banda omposta da una ventina di persone e capeggiata da Youssouf Fofana, un fondamentalista islamico di origine ivoriana, che ha tentato più volte di rapire ragazzi ebrei. Il tribunale ha riconosciuto l'antisemitismo come aggravante all'accusa di rapimento.


Torniamo a Leonardo, e alla sua scoperta dei calzini. Dice Leonardo che l'antisemitismo immaginario dei giovani delle periferie francesi "rischia spesso di essere ingigantito". Chissa', forse il tribunale che ha condannato i rapitori di Ilan Halimi stava ingigantendo qualcosa? Perche', prosegue Leonardo [e la cosa divertente e' che lui ci crede] la parola Ebreo, tra la gioventu' francese di origine nordafricana, 

"è più un epiteto spregiativo che un vero nome di popolo" Sale juif", "sporco ebreo", è una delle peggio parole che si possa dire al nemico del momento"

E quindi, mica penserete che l'antisemitismo c'entri qualcosa? Perche' i ragazzi che vivono in quei brutti palazzoni non possono essere razzisti: infatti "odiano i razzisti". E nessuno di loro, cresciuti in appartamenti "coi muri di cartone e la parabola per captare le tv algerine," e' convinto che l'ebraismo sia una religione che predica la supremazia della razza ebraica e il dovere morale di tenere i palestinesi fuori da Israele per non farsene contaminare.  Il che e' una cazzata, certo, ma e' una cazzata di cui Leonardo e' convinto, sicche' se anche passasse per le TV algerine, probabilmente Leonardo non se ne accorgerebbe. In ogni caso lui ha la massima comprensione per questo "antisemitismo immaginario", che "si esprime con quel po' di simbologia studiata a scuola: svastiche, nazismo, campi di sterminio, eccetera". Eccetera. Roba poco offensiva, come tutti sappiamo. 

"Ed è un antisemitismo del tutto immaginario, perché la maggior parte di chi lo nutre non ha mai visto un ebreo coi suoi occhi, e non sarebbe in grado di distinguerlo (a dire il vero, chi sarebbe in grado di distinguerlo?)"
Per i ragazzi delle periferie francesi, infatti, "L'ebreo è un ricco che vive nel ghetto dei ricchi, così come loro sono gli arabi che vivono nel ghetto degli arabi. Magari è biondo con gli occhi azzurri, come sono spesso i parigini bene."
Vediamoli un po' questi ebrei "magari" biondi con gli occhi azzurri che i giovani delle periferie non avrebbero mai visto e men che meno incontrato. Forse Yvan Attal, attore? Nato a Tel Aviv, cresciuto a Parigi, ha recitato in vari ruoli, tra cui Rush Hour 3.





O il calciatore Rudy Haddad? Nato a Parigi nel 1985, ha iniziato con il Paris Sait Germain, ha giocato un paio di campionati in Israele, e ora gioca in serie A1 nell'Auxterre.


Alexandra Rosenfeld, miss Francia 2006, e' bionda ma, purtroppo per Leonardo e la sua teoria basata sui calzini, ha gli occhi castani. E' comunque una gran bella donna. Nata e cresciuta a Parigi. 


E che dire di Gad Elmaleh? Attore, regista, nato a Casablanca nel 1961,, adesso star della TV francese. OK, ha gli occhi azzurri. Pero' e' nero. 







 Charlotte Gainsbourg ha pure recitato nei film di Lars Von Trier, regista i cui sfoghi paranazisti hanno suscitato la simpatia di Leonardo. Il quale pero', sproloquiando dei giovani delle periferie francesi, che non sono razzisti, si e' dimenticato di lei. O del fatto che non e' ne' bionda ne' ha gli occhi azzurri. O del fatto che e' ebrea. O del fatto che e' francese. Insomma, vai a sapere.



Insomma, questa idea che, nella fantasia dei giovani delle periferie francesi, gli ebrei avrebbero occhi azzurri e capelli biondi, e' una idiozia, uscita dalla mente di Leonardo, in vena particolarmente giustificatoria. Stiamo parlando di uno che si dice certissimo che l'antisemitismo dal mondo arabo scomparirebbe il giorno in cui Israele smettesse di bombardare Gaza, in base al principio "entia non sunt moltiplicanda" da lui applicato, probabilmente dopo una bottiglia di lambrusco, o una considerazione dei torti dello Stato ebraico (primo fra tutti quello di esistere sulla sacra terra di Palestina) ben distinta da torti della Resistenza palestinese. Comunque i bombardamenti, per vostra informazione, non avvengono piu' da anni, ed il predetto antisemitismo non mostra traccia di alcuna diminuzione. Il che dovrebbe bastare per demolire i magari di Leonardo e la sua teoria nata dalla esperienza dei suoi calzini sporchi.

Ma se entia non sunt multiplicanda, perche', quindi elaborare una teoria su inesistenti capelli biondi e occhi azzurri? Che poi sono come quelli dei nazisti. In effetti a Leonardo piacciono le sovrapposizioni tra ebrei e nazisti: qui, per esempio, difende Saramago che ne aveva appena elaborata una.

L'idea secondo cui i giovani delle periferie francesi non avrebbero mai incontrato un ebreo e' una scemenza. Leonardo potrebbe infatti andare a spiegarla ai genitori di Ilan Halimi (che riposi in pace e הי״ד possa l'Onnipotente vendicare il suo sangue). Ma soprattutto Leonardo potrebbe fare l'enorme sforzo di prendere la briga di informarsi, e scoprire che tra i 600.000 ebrei francesi, piu' di mezo milione sono di origine nordafricana, arrivati in Francia dopo essere stati violentemente espulsi da Marocco, Tunisia e (soprattutto) Algeria. Che sono poi i luoghi di origine delle famiglie dei giovani di cui sopra. Il che potrebbe spiegare, agli appassionati di genotipi e fenotipi, come mai tra gli ebrei francesi ci siano proprio pochi "occhi azzurri e capelli biondi". Vedi sopra.

I giovani francesi delle famose periferie con i muri di cartone, incontrano ben piu' di un ebreo, ogni giorno. Ne hanno incontrati i loro genitori, e certamente i loro nonni, quando ancora vivevano in Nordafrica, gli ultimi anni prima della ondata di pogrom che decreto' la fine della millenaria storia degli ebrei di Algeria. Che cosa i loro genitori e nonni raccontino degli ebrei, ovviamente non lo sappiamo. Ho come l'impressione che, vivendo all'interno di appartamenti con le "pareti di cartone" non siano esattamente ammirati da delle success stories

Probabilmente pero', ai loro tempi, in Algeria, ascoltavano i dischi di Enrico Macias, grande musicista algerino e discendente di dinastie di musicisti, tutti ebrei. A dirla come va detta, tutta la musica nordafricana sarebbe stata impensabile senza gli ebrei. Fuggiti loro, e' infatti precipitata nel nulla.

Per poi riprendersi qualche generazione dopo, con la diffusione della musica rai, diffusione impensabile senza il contributo di produttori ebrei, come Jean Jacques Goldmann. E di cantanti che si ribellano all'integralismo islamico, apparendo in pubblico con cantanti israeliane, o facendo tradurre in ebraico i loro brani. Sto parlando del grande  Cheb Khaled.  Comunque Enrico Macias e' emigrato in Francia negli anni Sessanta, e' quindi un ebreo francese e no, non ha i capelli biondi.
  
Dice ancora Wikipedia che i  rapitori di Ilan Halimi si facevano chiamare "la banda dei barbari" e volevano ottenere un riscatto in cambio della sua liberazione. Secondo Youssouf Fofana "gli ebrei hanno i soldi e sono solidali tra loro". Non sono le parole di uno che non ha mai incontrato ebrei. Sono le parole di qualcuno che fa coincidere ebraismo con "previlegio". Ed in effetti, la esagerata attenzione che si mette per difendersi da questo "antisemitismo immaginario", non e' forse un previlegio?

Quello che Leonardo forse sa, ma se lo sa non ha nemmeno il coraggio di vergognarsi, e' che la sua parte politica, la sinistra italiana, ha spesso guardato con ammirazione al regime algerino e alla sua lotta anticoloniale, per poi chiudere gli occhi sulle atrocita' che i liberatori hanno inflitto agli ebrei locali. Ma sappiamo benissimo che quello, per Leonardo, non era antisemitismo. Da quelle parti, prima del pogrom, nessuno ha scritto in triplice copia "io ritengo che gli ebrei siano una razza". Mancando questa prova, non si puo' parlare di antisemitismo. Se qualcuno ha cacciato gli ebrei, sapete, tutti le guerre derivano da conflitti per accedere alle risorse. Si vede che gli ebrei accedevano a troppe risorse e in qualche modo bisognava ridistribuire.

Che poi, gia' lo sappiamo, delle vicissitudini degli ebrei (francesi, israeliani, italiani o polacchi) non e' che a Leonardo importi molto. Passa davanti alla sinagoga della sua citta' e nota en passant che ormai e' quasi deserta. Sembra quasi sollevato: pensate che bello, si possono fare le raccolte di firme pro Palestina davanti alla sinagoga, proprio dove c'era l'antico ghetto degli ebrei.

Leonardo infatti non si e' mai chiesto dove siano finiti, adesso, tutti quegli ebrei suoi concittadini. Lui sembra piu' preoccupato di difendere i giovani delle periferie francesi, perche', sapete, c'e' qualcuno che minaccia di bombardarli.
"Si potrebbe, per esempio, stracciarsi un po' le vesti, attaccare gli arabi che sono razzisti, attaccare l'amministrazione francese che li lascia salire sul metrò, fare un po' d'ironia sulle politiche d'integrazione che sembrano non essere servite a niente, agitare lo spettro del: "domani toccherà a noi", "non dite che non ve l'abbiamo detto", e servire un bel piatto di retorica neocona. L'islam è antisemita, amen. E va bene. Ma poi? Il problema si risolve, così? Ma del resto non ci interessa risolvere problemi, ci interessa solo fare la nostra tirata antislamica quotidiana. Del resto, George W Bush ci ha già spiegato come si risolvono i problemi: si bombarda, si invade, poi ci si mette d'accordo tra i capitribù superstiti, e si fa una bella democrazia".

Perche', voi capite, se si "ingigantisce" troppo, questo "antisemitismo immaginario", di ragazzi che dopotutto non sono nemmeno "razzisti", si finisce a voler bombardare. Laddove, diciamolo, la diffusione dell'antisemitismo nelle periferie francesi potrebbe essere dovuta al fatto che, davvero, gli ebrei sono un po' troppo ricchi e fortunati (e biondi): guarda per esempio quanto casino si fa per un paio di svastiche, che poi sono la poca roba che i ragazzi hanno imparato a scuola.

O magari tale antisemitismo dei giovani francesi non razzisti, e' -facciamo una ipotesi davvero originale- colpa di Israele. Magari potremmo risolvere il problema partendo da Israele. In qual caso vedi sopra alla voce entia non sunt multiplicanda. In saecula saeculorum amen; certo, amen, in quale altro modo si dovrebbe concludere una litania che non ha alcuna relazione con i fatti, ma e' solo espressione delle convinzioni religiose di chi la formula, in questo caso Leonardo, convinto che gli ebrei siano troppo previlegiati, e che se si parla troppo di antisemitismo si fa il gioco di Israele e dei neocon? Che Israele se ne vada dalla Palestina occupata, e in quella rimanente faccia entrare gli otto milioni di profughi, si trasformi in una federazione, cessi di essere uno Stato ebraico (pardon: "etnico-religioso") e vedrete che d'incanto si liberera' la via a chi vuole portare i calzini in lavanderia. E Ilan Halimi resuscitera' dalla tomba.

Pensateci un po'. Se veramente ci tenete alla liberazione della Palestina dalla oppressione di questo Stato ebraico, perche' scartare la possibilita' di esercitare un po' di pressione sugli ebrei francesi? Avete visto quanti di loro hanno passaporto israeliano? Quanti di loro sono immigrati in Israele dal Nordafrica, levando quindi la casa, l'acqua e le risorse ai nativi palestinesi? Questa delle pressioni potrebbe essere una buona idea, vero? In effetti, nei circoli in cui ha bazzicato Leonardo, facendo attivita' per la Palestina, era  una idea che circolava. Ma prima, ovviamente, sgombriamo il campo dalla accusa di antisemitismo. E quindi, certo, quei giovani non sono antisemiti. Non sono nemmeno razzisti. Sono solo incazzati con gli ebrei. E non con tutti, solo con quelli biondi.

Queste argomentazioni di Leonardo, basate come al solito su una crassa ignoranza orgogliosa di se' (perche' mai dovrebbe approfondire le vicende degli ebrei?) fanno schifo. Ma a me fa personalmente ridere  uno che si preoccupa cosi' tanto di una minoranza che vive altrove e che comprende diversi criminali. Che ignora completamente un'altra, tra cui stanno le vittime dei predetti criminali. Che nulla si chiede a proposito di un'altra minoranza, che poi sono i suoi vicini di casa. Mi fa ridere per la altissima opinione di se' che coltiva, una specie di raddrizzatore dei torti universale, che poi si riduce a difendere le buone ragioni di criminali antisemiti, e per fortuna viene da una citta' medaglia d'oro della Resistenza. E mi fa ancora piu' ridere per il tono ombelicale ed intimistico con cui espone una visione del mondo razzista e sciovinista, in cui quando gli ebrei sono pochi e sottomessi tutto va bene, e possiamo avere la tanto sospirata pace in Medio Oriente e chissa' nel mondo.

Ora, questa retorica vittimista e' pericolosa. Oggi Leonardo se la prende con lo psicoreato di antisemitismo e difende le buone ragioni degli antisemiti che massacrano il proprio vicino di casa ebreo, e si inventa che non avrebbero mai incontrato un ebreo, e che per loro gli ebrei sono tutti biondi. Domani, o magari gia' oggi pomeriggio, Leonardo infilera' un altro predicozzo su come sono arroganti e cattivi i gay, che vogliono imporre la loro Inquisizione laica a spese degli eterosessuali, a cui sara' proibito anche solo pensare che l'omosessualita' e' peccato. Attaccano persino Don Bosco, sapete.

E cosi', se siete eterosessuali e non ebrei, ovvero se fate parte della maggioranza degli italiani, e state passando un brutto periodo, potrebbe persino capitarvi di immaginare, assieme a Leonardo, che gay ed ebrei sono davvero troppo privilegiati. Che bisogna darci un taglio, per difendere i vostri diritti,  il vostro modesto tran tran e -chissa'- la vostra esistenza.

E' materiale pericoloso, e Leonardo prova a maneggiarlo con destrezza. La destrezza di un narcisista, appartenente a una generazione di narcisisti, usando un mezzo di comunicazione, i blog, che sembra fatto apposta per soddisfare le esigenze dei narcisisti: guardare se' stessi nello specchio e sentire lo specchio che ti fa i complimenti perche' sei il piu' bello e intelligente e sensibile di tutti. Certo, c'e' altro la' fuori. E' il mondo reale, ma il mondo reale e' cattivo e non ti capisce.

Ma la destrezza non sempre aiuta se, oltre ad essere narcisista, come  tanti nella tua condizione e generazione, hai pure una personalita' passivo-aggressiva, incapace di reggere alcun commento che non sia meno che adorante. Invece di bearsi nelle centinaia di commenti adoranti che i suoi coetanei gli lasciano nei due blog che riempie costantemente delle sue esternazioni, Leonardo, pure con il terremoto intorno, passava le notti sveglio alla ricerca di chi osava criticarlo. In questo modo si e' imbattuto nel sottoscritto, in un forum assolutamente poco frequentato, e ha cercato di farmi dire, a proposito del terremoto, della roba orrenda che non ho mai detto.

Ecco, per quanto pericoloso sia il materiale che Leonardo maneggia, spesso con la esplicita intenzione di offendere -si mette  a questionare sui titoli accademici e la preparazione del sottoscritto- la destrezza ad un certo punto lo abbandona. La realta' entra nel mondo che si e' costruito, con i suoi lunghi post vittimisti, colmi di empatia per alcune tipi di vittime, popolato dai suoi adoranti commentatori, empatici allo stesso modo e per gli stessi ristretti gruppi di vittime. Ed allora, furibondo, disorientato, Leonardo in quei momenti si sbrodola addosso le sue convinzioni, che sono in plateale contraddizione con la realta'. Inventa cosi' crisi economiche che non ci sono, e se non ci sono ci saranno presto, perche' i cattivi devono essere puniti, e perche' i cattivi sono ebrei. E inventa che gli antisemiti non sono razzisti, come qua sopra.

Puo' fare infuriare, certo. Invece mi diverte. Spero di trovare tempo e modo di divertirmi ancora.