Dovete sapere che una volta Leonardo Tondelli aveva i calzini sporchi. Siccome si trovava in Francia, per portare a lavare i calzini doveva attraversare un campetto, accanto al quale c'erano dei palazzoni, sotto a cui stazionavano dei tipacci.
E pero' i tipacci gli hanno permesso di portare a lavare i calzini in lavanderia. Siccome i tipacci erano arabi, dice Leonardo, lui ne ha dedotto che l'antisemitismo in Francia e' "di matrice islamica" ma "
totalmente immaginario".
Ilan Halimi, ci informa Wikipedia, era un ragazzo ebreo francese, rapito il 21 gennaio 2006 e torturato per le seguenti tre settimane nella periferia di Parigi, perché ebreo. I suoi rapitori erano una banda omposta da una ventina di persone e capeggiata da Youssouf Fofana,
un fondamentalista islamico di origine ivoriana, che ha tentato più volte
di rapire ragazzi ebrei. Il tribunale ha riconosciuto l'antisemitismo
come aggravante all'accusa di rapimento.
Torniamo a Leonardo, e alla sua scoperta dei calzini. Dice Leonardo che l'antisemitismo immaginario dei giovani delle periferie francesi "rischia spesso di essere ingigantito". Chissa', forse il tribunale che ha condannato i rapitori di Ilan Halimi stava ingigantendo qualcosa? Perche', prosegue Leonardo [e la cosa divertente e' che lui ci crede] la parola Ebreo, tra la gioventu' francese di origine nordafricana,
"è più un epiteto spregiativo che un vero nome di popolo" Sale juif", "sporco ebreo", è una delle peggio parole che si possa dire al nemico del momento"
E quindi, mica penserete che l'antisemitismo c'entri qualcosa? Perche' i ragazzi che vivono in quei brutti palazzoni non possono essere razzisti: infatti "odiano i razzisti". E nessuno di loro, cresciuti in appartamenti "coi muri di cartone e la parabola per captare le tv algerine," e' convinto che l'ebraismo sia una religione che predica la supremazia della razza ebraica e il dovere morale di tenere i palestinesi fuori da Israele per non farsene contaminare. Il che e' una cazzata, certo, ma
e' una cazzata di cui Leonardo e' convinto, sicche' se anche passasse per le TV algerine, probabilmente Leonardo non se ne accorgerebbe. In ogni caso lui ha la massima comprensione per questo "antisemitismo immaginario", che "si esprime con quel po' di simbologia studiata a scuola: svastiche, nazismo, campi di sterminio, eccetera". Eccetera. Roba poco offensiva, come tutti sappiamo.
"Ed è un antisemitismo del tutto immaginario, perché la maggior parte di chi lo nutre non ha mai visto un ebreo coi suoi occhi, e non sarebbe in grado di distinguerlo (a dire il vero, chi sarebbe in grado di distinguerlo?)"
Per i ragazzi delle periferie francesi, infatti, "L'ebreo è un ricco che vive nel ghetto dei ricchi, così come loro sono
gli arabi che vivono nel ghetto degli arabi. Magari è biondo con gli
occhi azzurri, come sono spesso i parigini bene."
Vediamoli un po' questi ebrei "magari" biondi con gli occhi azzurri che i giovani delle periferie non avrebbero mai visto e men che meno incontrato. Forse
Yvan Attal, attore? Nato a Tel Aviv, cresciuto a Parigi, ha recitato in vari ruoli, tra cui
Rush Hour 3.
O il calciatore
Rudy Haddad? Nato a Parigi nel 1985, ha iniziato con il Paris Sait Germain, ha giocato un paio di campionati in Israele, e ora gioca in serie A1 nell'Auxterre.
Alexandra Rosenfeld, miss Francia 2006, e' bionda ma, purtroppo per Leonardo e la sua teoria basata sui calzini, ha gli occhi castani. E' comunque una gran bella donna. Nata e cresciuta a Parigi.
E che dire di
Gad Elmaleh? Attore, regista, nato a Casablanca nel 1961,, adesso star della TV francese. OK, ha gli occhi azzurri. Pero' e' nero.
Charlotte Gainsbourg ha pure recitato nei film di Lars Von Trier, regista i cui sfoghi paranazisti hanno suscitato
la simpatia di Leonardo. Il quale pero', sproloquiando dei giovani delle periferie francesi, che non sono razzisti, si e' dimenticato di lei. O del fatto che non e' ne' bionda ne' ha gli occhi azzurri. O del fatto che e' ebrea. O del fatto che e' francese. Insomma, vai a sapere.
Insomma, questa idea che, nella fantasia dei giovani delle periferie francesi, gli ebrei avrebbero occhi azzurri e capelli biondi, e' una idiozia, uscita dalla mente di Leonardo, in vena particolarmente giustificatoria. Stiamo parlando di uno che si dice certissimo che l'antisemitismo dal mondo arabo scomparirebbe il giorno in cui Israele smettesse di bombardare Gaza,
in base al principio "entia non sunt moltiplicanda" da lui applicato, probabilmente dopo una bottiglia di lambrusco, o una considerazione dei torti dello Stato ebraico (primo fra tutti quello di esistere sulla sacra terra di Palestina) ben distinta da torti della Resistenza palestinese. Comunque i bombardamenti, per vostra informazione, non avvengono piu' da anni, ed il predetto antisemitismo non mostra traccia di alcuna diminuzione. Il che dovrebbe bastare per demolire i
magari di Leonardo e la sua teoria nata dalla esperienza dei suoi calzini sporchi.
Ma se
entia non sunt multiplicanda, perche', quindi elaborare una teoria su inesistenti capelli biondi e occhi azzurri? Che poi sono come quelli dei
nazisti. In effetti a Leonardo piacciono le sovrapposizioni tra ebrei e nazisti:
qui, per esempio, difende Saramago che ne aveva appena elaborata una.
L'idea secondo cui i giovani delle periferie francesi non avrebbero mai incontrato un ebreo e' una scemenza. Leonardo potrebbe infatti andare a spiegarla ai genitori di Ilan Halimi (che riposi in pace e הי״ד possa l'Onnipotente vendicare il suo sangue). Ma soprattutto Leonardo potrebbe fare l'enorme sforzo di prendere la briga di informarsi, e scoprire che tra i 600.000 ebrei francesi, piu' di mezo milione sono di origine nordafricana, arrivati in Francia dopo essere stati violentemente espulsi da Marocco, Tunisia e (soprattutto) Algeria. Che sono poi i luoghi di origine delle famiglie dei giovani di cui sopra. Il che potrebbe spiegare, agli
appassionati di genotipi e fenotipi, come mai tra gli ebrei francesi ci
siano proprio pochi "occhi azzurri e capelli biondi". Vedi sopra.
I giovani francesi delle famose periferie con i muri di cartone, incontrano ben piu' di un ebreo, ogni giorno. Ne hanno incontrati i loro genitori, e certamente i loro nonni, quando ancora vivevano in Nordafrica, gli ultimi anni prima della ondata di pogrom che decreto' la fine della millenaria storia degli ebrei di Algeria. Che cosa i loro genitori e nonni raccontino degli ebrei, ovviamente non lo sappiamo. Ho come l'impressione che, vivendo all'interno di appartamenti con le
"pareti di cartone" non siano esattamente ammirati da delle success stories.
Probabilmente pero', ai loro tempi, in Algeria, ascoltavano i dischi di Enrico Macias, grande musicista algerino e discendente di dinastie di musicisti, tutti ebrei. A dirla come va detta, tutta la musica nordafricana sarebbe stata impensabile senza gli ebrei. Fuggiti loro, e' infatti precipitata nel nulla.
Per poi riprendersi qualche generazione dopo, con la diffusione della musica rai, diffusione impensabile senza il contributo di produttori ebrei, come Jean Jacques Goldmann. E di cantanti che si ribellano all'integralismo islamico,
apparendo in pubblico con cantanti israeliane, o facendo
tradurre in ebraico i loro brani. Sto parlando del grande Cheb Khaled. Comunque Enrico Macias e' emigrato in Francia negli anni Sessanta, e' quindi un ebreo francese e no, non ha i capelli biondi.
Dice ancora
Wikipedia che i rapitori di Ilan Halimi si facevano chiamare "la banda dei barbari" e volevano
ottenere un riscatto in cambio della sua liberazione. Secondo Youssouf Fofana "gli ebrei hanno i soldi e
sono solidali tra loro". Non sono le parole di uno che non ha mai incontrato ebrei. Sono le parole di qualcuno che fa coincidere ebraismo con "previlegio". Ed in effetti, la esagerata attenzione che si mette per difendersi da questo "antisemitismo immaginario", non e' forse un previlegio?
Quello che Leonardo forse sa, ma se lo sa non ha nemmeno il coraggio di vergognarsi, e' che la sua parte politica, la sinistra italiana, ha spesso guardato con ammirazione al regime algerino e alla sua lotta anticoloniale, per poi chiudere gli occhi sulle atrocita' che i liberatori hanno inflitto agli ebrei locali. Ma sappiamo benissimo che quello, per Leonardo, non era antisemitismo. Da quelle parti, prima del pogrom, nessuno ha scritto in triplice copia "io ritengo che gli ebrei siano una razza". Mancando questa prova, non si puo' parlare di antisemitismo. Se qualcuno ha cacciato gli ebrei, sapete, tutti le guerre derivano da conflitti per accedere alle risorse. Si vede che gli ebrei accedevano a troppe risorse e in qualche modo bisognava ridistribuire.
Che poi, gia' lo sappiamo, delle vicissitudini degli ebrei (francesi, israeliani, italiani o polacchi) non e' che a Leonardo importi molto. Passa davanti alla sinagoga della sua citta' e
nota en passant che ormai e' quasi deserta. Sembra quasi sollevato: pensate che bello, si possono fare le raccolte di firme pro Palestina davanti alla sinagoga, proprio dove c'era l'
antico ghetto degli ebrei.
Leonardo infatti non si e' mai chiesto dove siano finiti,
adesso, tutti quegli ebrei suoi concittadini. Lui sembra piu' preoccupato di difendere i giovani delle periferie francesi, perche', sapete,
c'e' qualcuno che minaccia di bombardarli.
"Si potrebbe, per esempio, stracciarsi un po' le vesti, attaccare gli arabi che sono razzisti, attaccare l'amministrazione francese che li lascia salire sul metrò, fare un po' d'ironia sulle politiche d'integrazione che sembrano non essere servite a niente, agitare lo spettro del: "domani toccherà a noi", "non dite che non ve l'abbiamo detto", e servire un bel piatto di retorica neocona. L'islam è antisemita, amen. E va bene. Ma poi? Il problema si risolve, così? Ma del resto non ci interessa risolvere problemi, ci interessa solo fare la nostra tirata antislamica quotidiana. Del resto, George W Bush ci ha già spiegato come si risolvono i problemi: si bombarda, si invade, poi ci si mette d'accordo tra i capitribù superstiti, e si fa una bella democrazia".
Perche', voi capite, se si "ingigantisce" troppo, questo "antisemitismo
immaginario", di ragazzi che dopotutto non sono nemmeno "razzisti", si
finisce a voler bombardare. Laddove, diciamolo, la diffusione dell'antisemitismo nelle periferie francesi potrebbe essere dovuta al fatto che, davvero, gli ebrei sono un po' troppo ricchi e fortunati (e biondi): guarda per esempio quanto casino si fa per un paio di svastiche, che poi sono la poca roba che i ragazzi hanno imparato a scuola.
O magari tale antisemitismo dei giovani francesi non razzisti, e' -facciamo una ipotesi davvero originale- colpa di Israele. Magari potremmo risolvere il problema partendo da Israele. In qual caso vedi sopra alla voce
entia non sunt multiplicanda. In saecula saeculorum amen; certo,
amen, in quale altro modo si dovrebbe concludere una litania che non ha alcuna relazione con i fatti, ma e' solo espressione delle convinzioni religiose di chi la formula, in questo caso Leonardo, convinto che gli ebrei siano troppo previlegiati, e che se si parla troppo di antisemitismo si fa il gioco di Israele e dei neocon? Che Israele se ne vada dalla Palestina occupata, e in quella rimanente faccia entrare gli otto milioni di profughi, si trasformi in una federazione, cessi di essere uno Stato ebraico (pardon: "etnico-religioso") e vedrete che d'incanto si liberera' la via a chi vuole portare i calzini in lavanderia. E Ilan Halimi resuscitera' dalla tomba.
Pensateci un po'. Se veramente ci tenete alla liberazione della Palestina dalla oppressione di questo Stato ebraico, perche' scartare la possibilita' di esercitare un po' di pressione sugli ebrei francesi? Avete visto quanti di loro hanno passaporto israeliano? Quanti di loro sono immigrati in Israele dal Nordafrica, levando quindi la casa, l'acqua e le risorse ai nativi palestinesi? Questa delle pressioni potrebbe essere una buona idea, vero? In effetti, nei circoli in cui ha bazzicato Leonardo, facendo attivita' per la Palestina, era una idea che circolava. Ma prima, ovviamente, sgombriamo il campo dalla accusa di antisemitismo. E quindi, certo, quei giovani non sono antisemiti. Non sono nemmeno razzisti. Sono solo incazzati con gli ebrei. E non con tutti, solo con quelli biondi.
Queste argomentazioni di Leonardo, basate come al solito su una crassa ignoranza orgogliosa di se' (perche' mai dovrebbe approfondire le vicende degli ebrei?) fanno schifo. Ma
a me fa personalmente ridere uno che si preoccupa cosi' tanto di una minoranza che vive altrove e che comprende diversi criminali. Che ignora completamente un'altra, tra cui stanno le vittime dei predetti criminali. Che nulla si chiede a proposito di un'altra minoranza, che poi sono i suoi vicini di casa. Mi fa ridere per la altissima opinione di se' che coltiva, una specie di raddrizzatore dei torti universale, che poi si riduce a difendere le buone ragioni di criminali antisemiti, e per fortuna viene da una citta' medaglia d'oro della Resistenza. E mi fa ancora piu' ridere per il tono ombelicale ed intimistico con cui espone una visione del mondo razzista e sciovinista, in cui quando gli ebrei sono pochi e sottomessi tutto va bene, e possiamo avere la tanto sospirata pace in Medio Oriente e chissa' nel mondo.
Ora,
questa retorica vittimista e' pericolosa. Oggi Leonardo se la prende con lo
psicoreato di antisemitismo e difende le buone ragioni degli antisemiti che massacrano il proprio vicino di casa ebreo, e si inventa che non avrebbero mai incontrato un ebreo, e che per loro gli ebrei sono tutti biondi. Domani, o magari gia' oggi pomeriggio, Leonardo infilera' un altro predicozzo su come sono arroganti e cattivi i gay, che vogliono imporre la loro Inquisizione laica a spese degli eterosessuali, a cui sara' proibito anche solo pensare che l'omosessualita' e' peccato.
Attaccano persino Don Bosco, sapete.
E cosi', se siete eterosessuali e non ebrei, ovvero se fate parte della maggioranza degli italiani, e state passando un brutto periodo, potrebbe persino capitarvi di immaginare, assieme a Leonardo, che gay ed ebrei sono
davvero troppo privilegiati. Che bisogna darci un taglio, per difendere i vostri diritti, il vostro modesto tran tran e -chissa'- la vostra esistenza.
E' materiale pericoloso, e Leonardo prova a maneggiarlo con destrezza. La destrezza di un narcisista, appartenente a una generazione di narcisisti, usando un mezzo di comunicazione, i blog, che sembra fatto apposta per soddisfare le esigenze dei narcisisti: guardare se' stessi nello specchio e sentire lo specchio che ti fa i complimenti perche' sei il piu' bello e intelligente e sensibile di tutti. Certo, c'e' altro la' fuori. E' il mondo reale, ma il mondo reale e' cattivo e non ti capisce.
Ma la destrezza non sempre aiuta se, oltre ad essere narcisista, come tanti nella tua condizione e generazione, hai pure
una personalita' passivo-aggressiva, incapace di reggere alcun commento che non sia meno che adorante. Invece di bearsi nelle centinaia di commenti adoranti che i suoi
coetanei gli lasciano nei due blog che riempie costantemente delle sue
esternazioni, Leonardo, pure con il terremoto intorno, passava le notti sveglio alla ricerca di chi osava criticarlo. In questo modo si e' imbattuto nel sottoscritto, in un forum assolutamente poco frequentato, e ha cercato di farmi dire, a proposito del terremoto, della roba orrenda che non ho mai detto.
Ecco, per quanto pericoloso sia il materiale che Leonardo maneggia, spesso con la esplicita intenzione di offendere -si mette a questionare sui titoli accademici e la preparazione del sottoscritto- la destrezza ad un certo punto lo abbandona. La realta' entra nel mondo che si e' costruito, con i suoi lunghi post vittimisti, colmi di empatia per alcune tipi di vittime, popolato dai suoi adoranti commentatori, empatici allo stesso modo e per gli stessi ristretti gruppi di vittime. Ed allora, furibondo, disorientato, Leonardo in quei momenti si sbrodola addosso le sue convinzioni, che sono in plateale contraddizione con la realta'. Inventa cosi' crisi economiche che non ci sono, e se non ci sono ci saranno presto, perche' i cattivi devono essere puniti, e perche' i cattivi sono ebrei. E inventa che gli antisemiti non sono razzisti, come qua sopra.
Puo' fare infuriare, certo. Invece mi diverte. Spero di trovare tempo e modo di divertirmi ancora.