Leggo con interesse i tentativi di risposta alle mie pacate e serene argomentazioni. Tipo quelli dell'immarcescibile Tondelli e del suo seguito di quarantenni che, alle prese con la sconfitta della sinistra, continuano a impicciarsi del conflitto in Medio Oriente.
Ci metto una certa fatica, a conservare l'interesse, perche' -non me ne voglia nessuno- sono post perlopiu' noiosi e consistono in variazioni sul tema dello specchietto. E sono una ripetizione continua di attacchi personali. Come se quel che scrivo fosse indebolito dal fatto che l'autore (io) e' stato comunista o e' cresciuto nella culla della Lega Lombarda. Che ai miei tempi contava si' e no un consigliere comunale nei comuni sopra gli antamila abitanti, e nemmeno in tutti.
L'argomentazione, informo, e' perdente in partenza. E' una variante dello specchietto. La complicita' con le leggi razziste e fasciste di questo o quell'intellettuale cattolico, poi ricicilatosi comunista o cattolico attento al mondo arabo (per ragioni petrolifere), e caro a cattolici e comunisti, appunto, e' una faccenda grave. Soprattutto se nel percorso biografico dell'individuo in questione (se p. es. non ha mai visitato lo Yad Vashem) non e' difficile scorgere un unico e solo nemico. Il fatto che uno [io] da adolescente sia stato anarchico, comunista, radicale e abbia avuto una fidanzata fascista (o forse piu' di una) non ne fa un complice dello sterminio di sei milioni di invididui, al contrario dell'intellettuale di cui sopra.
Ma in questi attacchi personali c'e' un altro punto che davvero mi fa rotolare dalle risate, e mi rendo conto solo ora di quanto sia trasversale. E cioe' che le mie posizioni a proposito di Israele, o dell'antisemitismo nella sinistra, o dell'antisemitismo tra i cattolici, siano qualcosa di cui mi vergognerei, e le terrei pertanto segrete, confinate a una identita' solo virtuale e difficilmente rintracciabile. C'era addirittura uno (ciao Marco!) che sul friendfeed del Tondelli parlava di Dr. Jeckill e Mr Hyde.
Questa e' una cazzata per tre motivi, anzi quattro.
Primo. La identita' del sottoscritto non e' duplice. Scrivo in inglese e in italiano e quando scrivo in italiano (su forum italiani e sul mio blog in italiano) uso un recapito E mail, e quando scrivo in inglese (facebook, di solito) ne uso un altro. Pure su facebook, tra l'altro. Sono notoriamente incapace di costruire fake e difatti non ci provo nemmeno. Cioe' a dire che quel che scrivo in italiano e' facilmente collegabile alla mia persona pubblica e a quel che scrivo in inglese. E viceversa.
Non ho nemmeno voglia di immaginare come possa essersi formata questa idea nella testa di gente che e' molto piu' brava di me a smanettare e destreggiarsi su internet, e e' benissimo in grado di verificare che le mia identita' pretesa segreta non e' affatto tale.
Secondo motivo, e mi rivolgo da qui in poi a quelli che pensano che sia professionalmente imbarazzante sostenere quel che scrivo io a proposito di Israele o di antisemitismo cattolico e comunista (e interazioni reciproche).
SIETE FUORI STRADA
Le opinioni che uno sostiene in pubblico sono affari suoi e non esiste da nessuna parte il diritto del datore di lavoro, della istituzione accademica, del circolo culturale, del presidente della federazione bocciofila o che altro, di andare a frugare nelle opionioni politiche o religiose di chicchessia per metterlo in difficolta'.
Mettetevi l'anima in pace. Sono sionista, ho una spiccata simpatia per il sionismo revisionista, sono un cittadino israeliano, sono convinto che dietro i tentativi di dialogo tra sinistra e mondo ebraico ci sia (da sinistra) il non confessato desiderio di vedere Israele che scompare e gli ebrei piu' deboli, e che questo sia un desiderio condiviso da larghi settori del mondo cattolico, eredi e allievi di quei cattolici italiani che sono sopravvissuti alla epurazione antifascista. Sostengo queste mie posizioni in italiano come in inglese e quelli che lavorano con me ne sono benissimo a conoscenza. Ma anche se non lo fossero, non cambierebbe una virgola nella mia situazione professionale o accademica.
Agli scopritori di altarini e identita' segrete, che poi non sono segrete, consiglio di non perdere tempo e non rendersi ridicoli. Vedere persone anagraficamente mature che scrivono l'equivalente di "adesso lo vado a dire alla maestra" non e' un bello spettacolo.
Terzo motivo. Che ha a che fare con le predette posizioni. Le quali non sono ne' rare ne' estreme, nel mondo in cui vivo e lavoro io.
Che nel mondo cattolico, comprese le gerarchie, ci sia un fondo di antisemitismo mai sufficientemente scandagliato ne' pulito, e' una convizinzione diffusa fuori dal mondo cattolico stesso, p. es. tra gli ebrei. Che a tale fetido passato si debba la riluttanza del Vaticano a riconoscere Israele, e' pure quella una opinione diffusa tra chiunque sia ebreo ed abbia un minimo di conoscenze storiche. E' una convizione, chissa' come mai, poco diffusa nel mondo cattolico italiano. Ma fidatevi, tra ebrei la si pensa in maniera diversa.
Che il Foreign Office britannico, per ragioni petrolifere, e per attrarre nelle banche inglesi i capitali degli sceicchi, sia scandalosamente filo-arabo, e quindi nemico di Israele (e degli ebrei) e' materia di senso comune, e persino oggetto di barzellette, al punto che se un ebreo fa carriera nella diplomazia britannica, la notizia viene accolta come una curiosita'.
Che Israele e gli ebrei abbiano a sinistra piu' nemici che amici, e' anche quella una opinione molto diffusa tra gli ebrei che vivono in Inghilterra, in Israele, in Francia e negli USA. Che l'ANP sia un interlocutore poco affidabile e che Israele, per quanto si sforzi di fare concessioni, comunque non trovi partner credibili nel mondo arabo e' una opinione difusa tra gli elettori israeliani. Vedi, appunto, i risultati delle elezioni e la sconfitta dei beniamini della sinistra italica. Che a questi beniamini poi importi granche' dell'appoggio che hanno dentro la CGIL, resta tutto da dimostrare. Ma la si pensa cosi' anche nella Diaspora. Basta aprire un qualsiasi periodico ebraico per rendersene conto. C'e' internet, ragazzi. Usatelo.
Che il Foreign Office britannico, per ragioni petrolifere, e per attrarre nelle banche inglesi i capitali degli sceicchi, sia scandalosamente filo-arabo, e quindi nemico di Israele (e degli ebrei) e' materia di senso comune, e persino oggetto di barzellette, al punto che se un ebreo fa carriera nella diplomazia britannica, la notizia viene accolta come una curiosita'.
Che Israele e gli ebrei abbiano a sinistra piu' nemici che amici, e' anche quella una opinione molto diffusa tra gli ebrei che vivono in Inghilterra, in Israele, in Francia e negli USA. Che l'ANP sia un interlocutore poco affidabile e che Israele, per quanto si sforzi di fare concessioni, comunque non trovi partner credibili nel mondo arabo e' una opinione difusa tra gli elettori israeliani. Vedi, appunto, i risultati delle elezioni e la sconfitta dei beniamini della sinistra italica. Che a questi beniamini poi importi granche' dell'appoggio che hanno dentro la CGIL, resta tutto da dimostrare. Ma la si pensa cosi' anche nella Diaspora. Basta aprire un qualsiasi periodico ebraico per rendersene conto. C'e' internet, ragazzi. Usatelo.
Posizioni minoritarie, estremiste o strampalate sono le altre. Quelle di chi crede al principio due popoli due Stati e pensa che se fallisce e' sempre colpa degli israeliani.
Due o tre frequentatori abituali di forum internet, quando cercavano di (ri)mettere in piedi una roba che si chiama Sinistra per Israele, avevano preso l'abitudine di attaccare il sottoscritto dandomi dell'estremista a ogni occasione. Il gioco era evidente: qualificarsi in questo modo, agli occhi della sinistra, come interlocutori moderati e credibili, e tessere cosi' chissa' quale alleanza tra PD (o come si chiamava allora) e mondo ebraico. Bhe', era, ed e', un gioco cretino. Vedi, appunto, sopra: come vanno le elezioni in Israele e quanto (poco) si crede al moderato Abu Mazen e ai suoi sostenitori.
Peraltro, qualcuno mi informa su cosa esattamente sia riuiscita ad ottenere questa celeberrima "Sinistra per Israele"? Questo brillante tentativo di dividere il mondo ebraico giocando al vodu con la bambolina di Sharon, Netanyahu, Begin e ultimamente pure Jabotinsky, quali risultati positivi ha portato al mondo ebraico, ad Israele e alla Diaspora? Che io da qui, vivendo tra Inghilterra ed Israele, proprio non ne vedo.
Quarto motivo, che ho lasciato per ultimo perche' e' il piu' divertente, per via della sua logica del tutto bizzarra. Insomma, io sarei un fascista, razzista, estremista di destra ed anticattolico, e anticomunista, e di questo me ne vergognerei perche' un rabbino non deve avere di quelle posizioni, ecco perche' le tengo nascoste.
Quanto alla legittimita' o popolarita' delle predette posizioni, vedi sopra. Ma l'argomento in se' mi fa ridere, perche' delle persone non ebree che discettano sulla job specification di un rabbino e', riconoscerete, uno spettacolo divertente. Non ci capiscono nulla, e ne vanno pure fieri.
Un rabbino, vedete, non e' un prete. Non risponde al vescovo, ma alla propria comunita'. Generalmente parlando, il compito del rabbino e' fare in modo che quello che succede dentro alla sua comunita' sia in linea con la tradizione (religione, cultura....) ebraica, di cui quella comunita' e' espressione.
Stabilire rapporti di sudditanza con il mondo cattolico, insegnare che la interpretazione cattolica dei testi ebraici e' quella corretta, non rientra tra i compiti del rabbino. Anzi, diciamo che e' piuttosto contrario. Per questo intervengo quando leggo spropositi a proposito della storia di Abramo, usata p. es. contro le comunita' ebraiche, e il loro diritto di chiedere che Israele non sia lasciata sola.
Il razzismo e' una schifezza ed e' contro i valori e le tradizioni dell'ebraismo. Ma affermare che sia in corso un immenso e continuo pogrom anti-islamico e' una offesa alle vittime (ebree) dei pogrom, di quelli veri. E rientra tra i miei compiti spiegare che si tratta, appunto, di una sciocchezza offensiva.
Come pure rientra nei miei compiti, per come la vedo io, essere estremamente sarcastici, duri, ironici e sprezzanti, con chi sogna un futuro senza Stato ebraico, senza ebrei e in cui i tesori della letteratura rabbinica e della tradizione ebraica siano in mano solo ad accademici, cattolici o comunisti: gente che con gli ebrei in carne ed ossa ha sempre avuto qualche problema.
E se e quando costoro se la prendono, e' pure divertente vedere che si arrampicano sui vetri per spiegare che non ce la hanno con gli ebrei ma solo con capitalisti, usurai, sionisti, farisei, e nemici di Bernardino da Feltre. Divertente perche', alla faccia del mio preteso anonimato, tali voli pindarici finiscono a volte persino nei miei sermoni, come esempio della stupidita' degli antisemiti, del loro odio feroce e cieco contro tutto quello che non riescono a capire (che e' tanto).
E se e quando costoro se la prendono, e' pure divertente vedere che si arrampicano sui vetri per spiegare che non ce la hanno con gli ebrei ma solo con capitalisti, usurai, sionisti, farisei, e nemici di Bernardino da Feltre. Divertente perche', alla faccia del mio preteso anonimato, tali voli pindarici finiscono a volte persino nei miei sermoni, come esempio della stupidita' degli antisemiti, del loro odio feroce e cieco contro tutto quello che non riescono a capire (che e' tanto).
Rientra per l'appunto tra i compiti del rabbino vedere antisemitismo dove c'e', anche quando si trucca di preoccupazione per la sofferenza degli animali o di prevenzione contro l'herpes (che secondo qualche leggenda urbana si dovrebbe solo ed esclusivamente alla circoncisione).
Perche', vedete, io sono in realta' molto inclusivo e tollerante. Credo che il compito del rabbino sia anche tenere la porta aperta per coloro che (per ragioni matrimoniali o curiosita' intellettuale) vogliono entrare dentro quella grande tenda che e' l'ebraismo. Ma la porta e' porta perche' ci sono dei confini.
Da questa parte del confine si e' ebrei, se ci si riconosce in una determinata tradizione testuale, che consiste appunto in un certo numero di testi (il Talmud, ma non solo). E se non ci si riconosce, e' del tutto legittimo starne fuori.
Non e' invece legittimo cercare di attaccare la tenda per distruggerla, p.es. negando il legame tra popolo ebraico e terra di Israele, o rubando quei testi (in cui ci sta affermata, tra l'altro, pure questa faccenda del legame) e rivendicandone una corretta interpretazione, che annulli la nostra. Il piu' delle volte, storicamente, e' stato un tentativo di annullare noi come popolo prima e come individui poi. Compito del rabbino, allora, e' scendere in difesa.
Da questa parte del confine si e' ebrei, se ci si riconosce in una determinata tradizione testuale, che consiste appunto in un certo numero di testi (il Talmud, ma non solo). E se non ci si riconosce, e' del tutto legittimo starne fuori.
Non e' invece legittimo cercare di attaccare la tenda per distruggerla, p.es. negando il legame tra popolo ebraico e terra di Israele, o rubando quei testi (in cui ci sta affermata, tra l'altro, pure questa faccenda del legame) e rivendicandone una corretta interpretazione, che annulli la nostra. Il piu' delle volte, storicamente, e' stato un tentativo di annullare noi come popolo prima e come individui poi. Compito del rabbino, allora, e' scendere in difesa.
Yom ha Shoa 5773.
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