venerdì 3 febbraio 2012

Miguel Martinez e il pollo di Neusner

Miguel Martinez e' un esperto di colonizzazione dell'immaginario, che tradotto significa che quando e se vi capitasse di trovare poco desiderabile una donna coperta dal burka e' perche' il vostro immaginario e' colonizzato dai sionisti e dalle immagini di jeune filles con cui sostengono lo sterminio dei palestinesi. 
Non ho idea di quanti accessi abbia il sito di Miguel Martinez, e magari non tutti i lettori sono d'accordo con lui, ma a leggere i commenti si incontra un panorama umano piuttosto sconfortante. In breve, gente previlegiata (tanto da avere accesso a Internet) che fantasizza su forze oscure che li costringe a fare la vita di merda che ritengono di fare: gli ebrei, le multinazionali farmaceutiche, il complesso militar-industriale, l'antifascismo istituzionalizzato e va da se' ipocrita. A tutti costoro Martinez mette a disposizione le sue elucubrazioni, accompagnate da qualche titolo di libro che serve a fare apparire piu' rispettabile quel che scrive. Beninteso, Martinez fa affidamento sul fatto che ai suoi lettori non importa leggere quei libri, sempre ammesso riescano a trovarli in biblioteca.
Il punto e' che, come quelli che una volta venivano definiti "intellettuali da bancarella", Martinez sembra non conoscerli nemmeno lui. Prendete ad esempio questo post sulla Giornata della Memoria, o meglio sulle varie ragioni per cui bisognerebbe smetterla di fare luridi servizietti ad Israele parlando della Giornata della Memoria [vi sembra antisemita? lo e']. Martinez e' convinto che il vostro immaginario sia stato colonizzato dai Savi di Sion, o da qualche forza oscura equivalente, e che sono riusciti a convincervi che Israele difenderebbe gli ebrei da future persecuzioni. Ovviamente mica e' vero, perche' sanno tutti che il vero ebraismo sta da un'altra parte, e gli autentici ebrei non c'entrano nulla con l'entita' sionista. Si tratta di una cazzata fabbricata quando l'URSS era ancora in piedi, che periodicamente spunta da destra come da sinistra, come da islamisti. Martinez, come da stile suo, la ricicla infilandoci dentro anche il nome altisonante
"Fu solo dopo il processo Eichmann, e ancora di più dopo il 1967, che nacque quella che Jacob Neusner, in Judaism: The Basics, chiama il mito dell’Olocausto e della Redenzione“, cioè il sacrificio in croce del popolo ebraico seguito dalla resurrezione sotto forma di potenza nucleare mediorientale. Una religione, sottolinea Neusner, molto più facile e divertente da praticare del giudaismo tradizionale."
Jacob Neusner, per chi non lo sapesse (e tra i commentatori di Martinez sembra lo sappiano davvero in pochi) e' uno studioso che ha al suo attivo qualcosa come un migliaio di pubblicazioni, all'interno delle quali si trovano anche opinioni contradditorie, come acutamente notato  -tra l'altro- in uno dei molti brani umoristici della serie "Perche' il pollo ha attraversato la strada?" :
Jacob Neusner: The answer to that question will be in footnote 22b to my next book, "Epistemology of Bava Metzia" (University of South Florida, 1996) which I am about to start writing. Uh, it was published already? George!!!!!
Si da' il caso che io mi trovi tra le mani il libro inopinatamente citato da Martinez (uscito, per Routledge nel 2006). Ed e' ben vero che ci si trova un intero capitolo, alle pp. 171-185, intitolato: “The Holocaust – How Judaism speaks today”. Ma non parla di sacrificio in croce. E nemmeno Neusner tratta di quella religione “piu’ facile e divertente dell’ebraismo tradizionale”, come scrive Martinez. 
Anzi: Neusner riporta opinioni di due  pensatori ebrei molto diversi tra loro: Lawrence Hoffman, docente allo HUC, la piu' prestigiosa istituzione Reform e Avi Shafran, esponente della Agudath Israel of America, una istituzione ortodossa. E nonostante le differenze teologiche ed ideologiche non possano essere piu' grandi, i due concordano. Dopo la Shoa ci sono ancora ragioni per essere ebrei, come c'erano prima “the idiom has changed. The message endures.” [p. 176]. “To be sure, for both, like the destruction of the Temple in 70 C.E., the Holocaust forms the background for the contemporary encounter with God in the Torah. But it does not dominate the agenda.” [p. 177].
In generale, credo che negli scritti di Neusner non si trovi proprio nulla, che supporti le  bizzarre teorie fasciste di Martinez secondo cui l’Olocausto sarebbe una nuova religione civile, con tanto di Inquisizione, di cui farebbero le spese palestinesi, musulmani e chissa' chi altro. Sottolineo che queste teorie sono fasciste, perche' la ricerca dei “segreti” tramite cui gli ebrei dominerebbero il mondo, e’ una fissazione tutta fascista.
Mi dicono che Martinez ci avrebbe messo un numero spropositato di anni per laurearsi. Se aveva questo genere di rapporto disinvolto con le fonti, io mica mi stupisco. E voi?

5 commenti:

  1. Post magistrale.

    Quell'uomo e' un nefando cialtrone che passa per raffinato intellettuale esperto di Islam.

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  2. hai ragione ,non sarei mai andato a controllare le sue fonti,le avrei assimilate a lui,anzi,visto lo stato del mio esofago col cavolo che vado a leggerlo.
    non posso prendere più lansoprazolo di così,davvero.

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  3. E' davvero buffo, Neusner ha scritto circa un migliaio di libri; tra tutti i quali mi trovavo tra le mani proprio quello che Martinez usava per fare lo sbruffone. Puo' essere un caso, ma magari no. Comunque era una buona occasione.

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  4. Si è occupato anche di me, quel signore, tanti anni fa, quando aveva inverecondamente attaccato Aldo Torchiaro, un giornalista ebreo di Roma (natualmente il fatto che Aldo sia ebreo è un puro caso, qualcuno non penserà mica il contrario, mi auguro) e con un gruppetto di altre persone ci siamo mobilitati in sua difesa. Direi che merita un solo aggettivo: patetico.

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  5. Kelebek per un po' l'ho seguito... le cose legate al panorama italiano erano anche godibili.

    Devo dire che la parte relativa agli armeni mi sembra pure interessante, però il pensiero di Neusner l'ha stravolto.

    (Bella la tua definizione di "teoria fascista!")

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