Una delle persone da cui ho imparato molto si chiama Jonathan. Era parte del piccolo gruppo di visionari, con aspirazione di Armata Brancaleone, che ha fondato l'ebraismo progressivo in Italia. Quella cosa che e' passata dai sette individui che eravamo nei tardi anni Novanta, a tre comunita' stabili che ci sono adesso, piu' diversi gruppi qua e la' per l'Italia, insomma qualche centinaio di famiglie. Il fatto che, da scombinati che eravamo (e attivi soprattutto nel litigare tra di noi) siamo cresciuti fino a questi numeri, dovrebbe essere considerato una prova che il Dio degli ebrei esiste e ci protegge, soprattutto da noi stessi.
Jonathan era noto per l'espressione si', ma: praticamente? Accompagnato da uno sguardo generalmente scettico. Ti riportava immediatamente con i piedi per terra, mentre ancora navigavi tra le nuvole di un volo pindarico. Ricordo una riunione piuttosto animata, eravamo gia' una quarantina di persone, a quel punto. Una di noi, che di lavoro faceva la consulente aziendale e voleva fare le scarpe a qualcuno del Consiglio introdurre un nuovo modello di organizzazione, aveva portato una ventina di copie dello stesso fascicolo, che poi erano stampe tratte da una presentazione powerpoint sulla quale lei aveva speso (diceva) mezza giornata. Facendo intrendere che la sua mezza giornata costava qualcosa come 300 euro e che quella era da considerare una donazione alla comunita'. E eccola li' che dimostrava come questo affascinante sistema avrebbe levato di mezzo quello che le stava antipatico e che si faceva un mazzo tanto per tutti, gratis ci avrebbe fatto lavorare tutti insieme in armonia; e inanellava i nomi delle multinazionali il cui organigramma, a suo dire, era ispirato da cotanta sapienza, e lo diceva lei che aveva il fidanzato americano. Che nessuno aveva pero' mai visto.
Al momento della discussione, Jonathan disse solo tre parole "Si', ma: praticamente?" E la nostra sinagoga quasi veniva giu' per le risate. Perche' era chiaro a tutti, tranne che alla signora dai seicento euro al giorno (300 x 2), che un modello di organizzazione aziendale buono per una multinazionale, non dovrebbe adattarsi a una comunita' religiosa composta da un nucleo di iper attivi e una fascia piu' larga, e crescente, di gente disposta a mettere meno tempo, ma qualche lira.
Ho pensato molto alla lezione di Jonathan, in questi giorni, quando mi sono trovato a sfruculiare la zona della rete in basso a sinistra, dopo che il puffo Leonardo, che occupa quella zona con orgoglio e convinzione, era venuto a curiosare nei mei account twitter e linkedin. E chissa' dove altro. Sta di fatto che in questo periodo, in basso a sinistra, si discute molto sul casino dovuto al fatto che un cretino ha messo on line un film sedicente satirico, in cui si dicono cretinate sull'Islam, all'insaputa degli attori che in quel film hanno recitato, e come risultato sono morti diversi cittadini arabi, un diplomatico americano, mentre il resto del mondo islamico e' convinto, e te pareva, che a organizzare tutto siano stati degli ebrei. Roba da
internazionale situazionista, non fosse per i morti.
Da quelle parti, dico in basso a sinistra, ci si vanta di provare empatia per i poveri islamisti offesi: un po' meno, al solito, per le sorelle e le figlie di tali islamisti, cui i predetti islamisti impongono un dress code piuttosto dettagliato, senza che la loro opinione di femmine sia richiesta.
E dunque, nel nome di questa empatia, che assomiglia tanto alle buone intenzioni che lastricano la nota strada discendente, si soloneggia che non sarebbe poi male introdurre anche da noi qualche limite alla liberta' di offendere il Profeta, l'Islam o i barbuti stessi. Dopotutto da noi c'e' gia' il divieto di offendere gli ebrei (ah,
davvero?) perche' non si dovrebbe fare lo stesso con l'Islam?
Si arriva a sostenere questa scemenza, sulla base di un, diciamo, ragionamento, in tre passaggi. Ognuno di questi passaggi fa acqua, come spero di mostrare. Poi arriva la lezione di Jonathan e l'edificio crolla tra le risate. Ma andiamo con calma.
Il punto di partenza, o primo passaggio, e' il post-colonialismo da parrocchietta. Siamo stati tanto cattivi, noi occidentali, con i poveri popoli del terzo mondo, adesso dobbiamo espiare la nostra perversione colonialista e non dobbiamo permetterci di giudicare i loro valori. Chi sostiene questa cazzata, riconosce ai fondamentalisti islamici il diritto di rappresentare tutti gli altri musulmani del mondo, a cui frega nulla di un video messo su You Tube da un cretino. Musulmani che in moschea ci vanno, quando ci vanno, per ragioni familiari e che magari preferiscono una moschea dove nessuno gli rompe le palle con l'obbligo di condurre la guerra contro gli infedeli. Musulmani che, in parole povere, sono certamente la maggioranza e in qualche caso hanno gli integralisti sui cosiddetti.
Il farlocco in vena post colonialista pero' prosegue: anche da noi e' proibito offendere i disabili e postare video porno su You Tube, quindi perche' ci scandalizziamo, ogni cultura ha le proprie proibizioni. Con la piccola differenza che anche nel mondo islamico e' proibito offendere i disabili e postare video porno su You Tube, se non che', gli ossessi che ora sbraitano per via di You Tube, vorrebbero aggiungere una proibizione (e una pena corporale) a un set di proibizioni che tutti quanti, gia' adesso, osserviamo.
Questa sinistra e' davvero malconcia, se si mette ad invocare proibizioni.
Ma questo lo vedevo gia' da solo. Dove la lezione di Jonathan ha rivelato tutta la sua importanza e' stato quando ho seguito i ghirigori convoluti di coloro che, la' in basso a sinistra, hanno una sola idea, e molto ristretta: "Dobbiamo evitare la retorica dello scontro di civilta'". Ci sono dei musulmani in carcere? Dobbiamo evitare la retorica dello scontro di civilta' Un tizio accoppa dei bambini ebrei? Dobbiamo evitare la retorica dello scontro di civilta' Un rumeno cristiano ortodosso ruba il portafogli a una vecchina comunista? Dobbiamo evitare la retorica dello scontro di civilta'. C'e' troppo traffico in centro? Dobbiamo evitare la retorica dello scontro di civilta'.Ti piace la polenta concia? Dobbiamo evitare la retorica dello scontro di civilta'. eccetera.
Siccome bisogna
evitare la retorica dello scontro di civilta', sarebbe una buona idea prendere in considerazione le buone motivazioni di chi assalta le ambasciate. Ah si', avete gia' sentito questa argomentazione? Certo, all'epoca dell'a
ssalto alla ambasciata americana durante la rivoluzione islamista in Iran. E chi la sosteneva, pero', condannava con forza
altro genere di episodi. E poi si lamentava di non essere preso sul serio.
Con il primo passaggio post-colonialista il farlocco ha gia' buttato a mare un paio di secoli di Illuminismo e di tolleranza. Siccome dalle parti dove si assaltano ambasciate l'Illuminismo non e' arrivato (il farlocco ama i grandi affreschi storici), e siccome l'Illuminismo e' una roba di noi occidentali (il farlocco ama autoflagellarsi), sarebbe colonialismo imporre un po' di Illuminismo anche a loro: che questo si chiama, appunto retorica dello scontro di civilta' e ti porta con Bush in Irak, quindi e' cacca e cattivo. Ma allora, uno si chiede, per quale ragione evitare questa retorica ecc. ecc. ?
Ed ecco pronto il secondo passaggio del ragionamento farlocco. Il dialoghismo tardocomunista. Il farlocco ha un debole per gli affreschi storici, e soloneggia fresco dalla consultazione di una guida Lonely Planet, qualche volta addirittura sotto il cielo di Siria e Giordania, ma piu' spesso nella sua cameretta. Se lo guardate bene, dice il farlocco, l'Islam e' un miracolo di tolleranza, equanimita' e giustizia, e se le ambasciate vengono assalite dai popoli islamici (popoli solo nella mente del farlocco, ricordate), beh, questo significa che gli abbiamo fatto tanto male. E che loro hanno ragione. Se noi avessimo un po' piu' di rispetto per loro, loro avrebbero rispetto per noi. Sotto il grande affresco storico, le argomentazioni del farlocco hanno un indiscutibile sapore di famiglia piccolo borghese, con la mamma casalinga che ti sbacchetta le dita quando di becca a dire le parolacce al fratellino piu' piccolo. Il quale, certo, deve evitare anche lui la retorica dello scontro di civilta', dice il maggiore, nella sua empatia per i musulamni offesi.
Ecco, qui mi arriva in nostro soccorso la lezione di Jonathan. Voglio dire: Si', tutto vero, ma: praticamente? Come si realizza questa cosa che noi (gli Occidentali) abbiamo piu' rispetto per loro (l'Islam) e poi loro (gli islamisti) smettono di azzanare diplomatici americani, bruciare bandiere, malmenare fanciulle, e lapidare omosessuali? E cosi' ho provato a immaginare la realizzazione pratica del futuro farlocco di dialogo, quando la retorica dello scontro di civilta' sara' finalmente inclusa tra i reati.
Scena. Sulle montagne del Salkazzistan. Tutti uomini, tutti barbuti, tutti in jallabya, tutti con il mitra. Uno apre il nuovo numero della Gazzetta del Militante Islamico del Salkazzistan, che ha appena scaricato da Internet sul suo Ipad (tecnologia israeliana, ma nessuno e' perfetto). E quasi gli cade il turbante per la gioia:
"Avete visto? In Italia adesso e' proibito offendere il Profeta!!!"
Un brivido di incredulita' corre sulle vette del Salkazzistan. Corsa per levare l'Ipad dalle mani del lettore della Gazzetta.
"E' vero, e' vero, guarda qui! Allah Akhbar!!!"
"Yallah, ole', da adesso in poi permetto a mia sorella di levarsi lo chador quando va a far la spesa. Ma solo il mercoledi'"
"Anch'io, anch'io, habibi; se poi anche in Francia passano una legge come questa, allora glielo permettero' pure il venerdi'!"
"Giusto,
e se poi anche l'Unione Europea approva una legge simile, io permettero' a
qmio cugino di vivere con il suo fidanzato ed anzi andro'
al loro matrimonio, e inshallah mi radero' pure la barba!"
"E se gli americani introducono quel reato nella loro legislazione... ehm, noi, ... io..., ecco: io riconoscero' Israele"
Cade improvvisamente un silenzio pesante come piombo, lassu', nel piccolo gruppo di militanti islamici appollaiato sulle montagne del Salkazzistan.
"Ehm, fratello" sentenzia il barbuto piu' anziano: "stai attento a non esagerare con gli entusiasmi, ricordati che quelli sono sionisti".
Ecco, vedete,
praticamente, non funziona. A meno che non siate davvero davvero convinti che chi vuole levare di mezzo Israele abbia delle ottime ragioni. Che debba restaurare della giustizia nei confronti dei famosi
otto milioni di profughi che avrebbero ogni diritto morale e storico di ridurre gli ebrei in minoranza e fare loro assaporare,
piu' o meno in tutto il mondo, le delizie dell'Islam, nella loro (dei non islamici, ma molto empatici) versione preferita.
E questa, la convizione che lo Stato ebraico debba essere levato di mezzo, e' in definitiva il terzo passaggio fondante del ragionamento farlocco.
Il farlocco e' convinto che la strada della convivenza con l'Islam passi per lo smantellamento dell'unico pezzo di terra al mondo in cui degli ebrei possano governarsi da soli. E' convinto che (de)gli ebrei abbiano troppo potere a Washington, e che il mondo islamico tutto sia infuriato con l'Occidente intero per via dell'appoggio ad Israele. Anche se in questo preciso momento all'interno dei Paesi arabi se le stanno dando di santa ragione (a proposito, dove sono le flottille umanitarie in partenza per la Siria?) per ragioni che con Israele c'entrano poco o nulla. Ma che importa, il richiamo della rivoluzione dei popoli contro la cricca sionista ed imperialista (e guerrafondaia) e' ancora vivo, si e' cammuffato da internazionalismo proletario ed ora appare nelle vesti dell'Islam barbuto. Abbiamo finalmente trovato la soluzione per la convivenza tra i popoli e nel contempo anche una buona causa per militare.
E cosi' il farlocco comunista si conesgna, inginocchiato ed adorante, nelle braccia del fondamentalismo islamico. Lui, il farlocco, ha finalmente trovato degli oppressi da difendere, dei guerriglieri per cui fare il tifo e qualcuno che possa contrastare l'odiato Occidente, a cominciare dagli ebrei. E, in basso a sinistra, avanza le sue argomentazioni in favore dei divieti da elevae in nome della convivenza e della tolleranza; dopo averli resi impermeabili all'avverbio praticamente.
Un avverbio cui, invece, io sono affezionato. Ho imparato molto da Jonathan. Raccomando anche a voi robuste dosi di si', ma: praticamente? ogni volta che incrociate un farlocco con il ditino puntato contro le colpe dell'Occidente.